Altro che pulizia e manutenzione del verde pubblico. Quegli sfalci delle potature di ville, giardini e spazi verdi pubblici, da oltre un mese sono rimasti lì in bella mostra di se, in pieno lungomare di Sant’Agata Militello, di fronte la villa Falcone e Borsellino. A denunciarlo, attraverso una interrogazione, il consigliere di maggioranza Domenico Barbuzza che, come già fatto in precedenza da altri colleghi, correda la sua interrogazione da un cospicuo materiale fotografico a testimonianza delle proprie doglianze. A peggiorare le cose, scrive Barbuzza, la presenza all’interno del piazzale di uno scarrabile presumibilmente utilizzato per recuperare gli sfalci di potatura e per procedere al loro smaltimento, ma rimasto abbandonato . Il consigliere Barbuzza pone quindi l’accento anche sul problema dell’infestazione del punteruolo rosso, ragion per cui è sconsigliabile potare le essenza vegetali maggiormente sensibili all’attacco infestante, ricordando che tra le piante maggiormente esposte a tale attacco vi è la Phoenix canariensis che è la palma che adorna il nostro lungomare e molte altre zone verdi del nostro territorio. L’interrogazione si conclude quindi con la richiesta al sindaco ed all’assessore competente se di fronte alla villa Falcone e Borsellino sia stata autorizzata una discarica di sfalci di potatura; se durante la potatura delle piante vengono osservate, dagli addetti ai lavori, le norme sulla sicurezza sul lavoro; da chi sono coordinati e controllati sia i lavori di potatura che i lavoratori impiegati in detta attività; se per gli addetti al verde è stato autorizzato lavoro straordinario (visto il protrarsi oltre il normale orario); la ditta proprietaria dello scarrabile, il costo sostenuto sia per l’affitto degli scarrabili che per lo smaltimento degli sfalci di potatura; se per l’affitto degli scarrabili è stata effettuata una gara o, comunque, conoscere le modalità di affidamento; se sono state messe in atto, durante la potatura delle palme, tutte le azioni di prevenzione alla diffusione del Punteruolo rosso; se le palme infettate, dopo la rimozione della chioma, sono state trattate così come previsto “dall’art. 5 del piano di azione regionale per il contenimento e l’eradicazione del punteruolo rosso”, approvato con decreto regionale del 7 gennaio 2011; se è stata effettuate la segnalazione al servizio fitosanitario; se gli sfalci di potatura, o le chiome delle palme infette, sono state dismesse secondo le migliori prassi di lotta al contenimento della diffusione del punteruolo rosso;