” …un decreto che autorizzi, per un periodo di ulteriori due anni, l’utilizzo al servizio del Tribunale di Patti dei locali ospitanti la sezione distaccata di Sant’Agata Militello e del Tribunale di Mistretta… con modalità all’uopo individuate, quali mantenimento dei carichi pendenti o dei soli archivi”. Ripartiamo da qui, proprio da alcuni passaggi, identici e testuali, dei comunicati inoltrati dal senatore Bruno Mancuso, dapprima il 4 Settembre, poi, il 7 Settembre, per fare chiarezza su presunte aspettative ingenerate e deluse e provare a ricomporre, almeno secondo il nostro punto di vista, l’intrigatissimo puzzle legato alla chiusura della sede staccata del Tribunale a Sant’Agata Militello e Mistretta . A far polemica, strumentale, ci si mette sempre molto poco. C’è chi l’ha chiamato bluff, chi ha parlato di inganni smascherati, di promesse non mantenute. Prevedibile. Più preciso sarebbe invece dire che quel decreto che “autorizzi, per un periodo di ulteriori due anni, l’utilizzo al servizio del Tribunale di Patti dei locali ospitanti la sezione distaccata di Sant’Agata Militello…” così come annunciato dal senatore Mancuso dopo l’incontro col ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, effettivamente e puntualmente è arrivato (galleria foto in basso). Allo stesso modo non può non evidenziarsi come il contenuto di quel decreto non sia indubbiamente quello sperato, anzi, evidentemente non può essere soddisfacente per nessuno visto che quelle che lo stesso Mancuso aveva definito “modalità all’uopo individuate, quali mantenimento dei carichi pendenti o dei soli archivi” si sono materializzate nella parte più scomoda e meno appetibile, quella dei soli archivi appunto. Quali aspettative deluse ? Quali bluff ? Quello che resta è solo una realtà, dura appunto, con cui tutti sono costretti a confrontarsi. La sede staccata di Sant’Agata Militello ed il Tribunale di Mistretta chiudono i battenti, nessuno aveva osato dire il contrario (“…pur sulla strada ormai intrapresa dal governo verso il passaggio ai tribunali principali”, comunicato Mancuso 4 Settembre) e niente e nessuno, da ogni parte d’Italia, è riuscito a far desistere dal proposito di portare a traguardo la legge delega varata dall’allora governo presieduto da Mario Monti, partorita con evidenti scollature tra ciò che il governo del “professore” ha ideato e la realtà del tessuto sociale e geografico dell’Italia intera. Nell’economia del discorso, gioverebbe piuttosto segnalare come il decreto del 5 Settembre firmato dal ministro Anna Maria Cancellieri richiami una nota del presidente del tribunale di Patti, datata 30 Aprile 2013 ed integrata con nota del 23 Agosto 2013, circa una richiesta di mantenimento dei locali della sede santagatese per come “provvisorio depositi degli archivi”. In nostro possesso (secondo allegato foto in basso) c’è invece un’altra nota del presidente del tribunale di Patti, datata 2 Settembre 2013, dalla quale emerge in conclusione un parere favorevole affinché “i locali del tribunale di Mistretta e della sede staccata di Sant’Agata Militello possano essere utilizzati per la tenuta delle udienze civili e penali… per un periodo non superiore al biennio…”. Lo stesso presidente, dott. Armando Lanza, segnalava quindi al ministro la disponibilità a predisporre un preciso calendario di udienze e l’assegnazione del relativo personale. Una nota che non lascerebbe dunque spazio ad altre interpretazioni, un’istanza puntale e precisa che evidentemente, nonostante l’autorevolezza dello scrivente e le sollecitazioni politiche, non ha fatto breccia nel ministro la quale, legittimamente quanto discutibilmente, ha deciso di andare per la sua strada. Ecco dunque che si arriva alla firma del decreto, quello promesso dal ministro, annunciato e puntualmente arrivato, ma che, come detto, non può soddisfare nessuno per i suoi contenuti. Non soddisfa ovviamente Mistretta, spogliata di qualunque cosa, e non soddisfa Sant’Agata, la sua comunità, gli operatori del settore giudiziario ed i cittadini del vasto comprensorio dei Nebrodi che a quella sede distaccata facevano riferimento. Il mantenimento dei soli archivi è davvero troppo poco. Da più parti si legge e si sente di mobilitazioni e proteste che, però, purtroppo, per quanto condivisibili e sostenibili a gran forza rischiano di suonare solo come un rabbioso requiem. Sit-in e mobilitazioni si susseguiranno in questi giorni, da quelle già organizzate a Sant’Agata e Mistretta, alla proposta di bloccare autostrada e ferrovia. Intanto la prima comunicazione ufficiale riguarda l’organizzazione di un corteo di protesta per Giovedì mattina dalle 9 alle 12 a Sant’Agata Militello (file pdf allegato).
Pdf corteo a salvaguardia della sezione distaccata del Tribunale di S.Agata Militello