Ansie e attacchi di panico, problemi a dormire, emicrania, ipertensione: sono i sintomi dello stress da tecnologia. A soffrirne circa due milioni di italiani. Le nuove sfide del mondo del lavoro hanno generato anche nuovi disturbi collegati agli strumenti usati e così chi fa uso quotidiano del computer, ma non solo, scopre problematiche professionali che fino a qualche anno fa non esistevano.
Per chi rientra al lavoro dopo un periodo di vacanza potrebbe essere più facile riscontrare i sintomi dello stress da tecnologia. Per scongiurarne la comparsa occorre riprendere il ritmo in modo graduale. Lavoratori nel settore delle telecomunicazioni, dei call center, networkers, commercialisti, giornalisti, analisti finanziari, grafici, pubblicitari. Sono i nuovi lavoratori della rete, quelli che utilizzano per lunghe ore computer e altri strumenti tecnologici. Da un lato la diffusione di questi dispositivi ha profondamente cambiato i ritmi di lavoro, gli orari, le modalità, per certi versi migliorando la qualità del lavoro, dall’altro, però, ha dato vita a nuove forme di dipendenze e di problematiche professionali. E’ il caso dei cosiddetti ‘tecno stressati’, i malati di tecnologia. I sintomi? Mal di testa frequenti, problemi di memoria, problemi di ansia e attacchi di panico, disturbi allo stomaco e del sonno, pressione alta. A fotografare il fenomeno è Enzo Di Frenna, presidente di NetdipendenzaOnlus, autore di un libro che mira a offrire qualche strategia utile per prevenire il tecnostress in azienda. I più a rischio sono i lavoratori nelle aziende di information technology, ma anche i commercialisti – costretti a tenersi informati sulle novità in materia fiscale, sui nuovi software e siti di servizio – e i pubblicitari, sempre iperconnessi e sempre pronti a rispondere a messaggi ed email per soddisfare le richieste del cliente, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Come prevenire il tecnostress in azienda? Gli esperti puntano su una diversa organizzazione del carico di lavoro e su una adeguata formazione per la prevenzione del rischio, ma anche su radicali cambiamenti nell’architettura degli uffici. E qualcuno propone di istituire la pausa digitale obbligatoria. (fonte: lasiciliaweb)