Una piazza Duomo gremita di gente e di tanti bambini ha accolto stamattina, domenica 17 novembre, l’arrivo dell’urna contenente la reliquia di San Giovanni Bosco. La presenza dell’istituto Salesiano delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Sant’Agata Militello è da sempre stata portatrice del messaggio d’amore verso i giovani del Santo che, dopo una lunga esperienza di apostolato tra la gioventù povera di Torino, fondò la congregazione dei Salesiani nel 1859. La peregrinazione dell’urna è iniziata nel 2009, proprio in occasione dei 150 anni della fondazione della congregazione Salesiana. La teca, realizzata in vetro, è partita dalla basilica di Maria Ausiliatrice di Torino e ha compiuto il giro di tutti e cinque i continenti, toccando i 130 paesi del mondo in cui è presente il carisma salesiano. I Salesiani di tutta la terra da tre anni si stanno preparando al bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco, che cadrà il 16 agosto 2015. L’anno del bicentenario prenderà il via nella stessa data del 2014. Abbiamo intervistato l’Ispettore Regionale Salesiano don Gianni Mazzali che ci ha parlato nello specifico del significato di questo viaggio dell’urna: “L’intuizione è stata quella di consentire al mondo salesiano di poter avere un contatto diretto con una reliquia insigne di don Bosco e di conseguenza, a partire dall’aprile del 2009, la reliquia (che consiste nella mano destra e nel braccio destro che sono contenuti all’interno di un calco in cera) ha fatto il giro del mondo: dall’America Latina all’America Settentrionale spostandosi poi in Asia, Australia, Oceania, Africa ed Europa. Anche se mancano ancora alcune nazioni in cui l’urna non si è potuta recare per motivi contingenti (la guerra in Siria ad esempio), per le quali la peregrinazione continuerà fino al 2015. Tramite la peregrinazione dell’urna di San Giovanni Bosco c’è il desiderio di immettere uno stimolo ulteriore all’interno delle comunità e delle attività del mondo salesiano. Portare la reliquia di don Bosco vuol dire riportare proprio don Bosco, non tanto per quello che lui ha fatto ma, soprattutto, per quello che lui ci stimola a fare oggi, quindi applicare il suo entusiasmo, il suo mettere i giovani al centro della società e della cultura del mondo di oggi. Rappresenta anche uno stimolo per i salesiani stessi affinché si apprenda maggiore entusiasmo essi sia in grado di rinnovarsi e accettare le sfide con più coraggio e con più grinta”. L’urna è stata accolta dalle parole di padre Daniele Collovà, arciprete della Chiesa Madre di Sant’Agata Militello, e dal sindaco Carmelo Sottile. Padre Daniele ha ricordato qual è stato il percorso di santità di don Giovanni Bosco, la sua attenzione e il suo amore nell’educare i giovani, e ha voluto precisare quanto sia importante non dimenticare che i bambini ci guardano, ed è compito degli adulti dare il buon esempio, educarli nella fede e nell’amore insegnando loro il valore della preghiera. E quale maestro migliore in questo se non Don Bosco. Dopo di lui il Sindaco ha voluto rivolgere il suo ringraziamento alle Figlie di Maria Ausiliatrice per quella che è stata l’opera svolta dai Salesiani nel nostro territorio, ribadendo il legame che Sant’Agata e i Nebrodi sentono nei confronti di Don Bosco. Una breve processione ha poi accompagnato la teca all’interno del cortile dell’Istituto Zito, dove è stata accolta dai ragazzi con canti e balli. Si ci è poi spostati all’interno del Palauxilium, dove è stato possibile per i fedeli avvicinarsi alla teca per rendere omaggio alle spoglie del Santo. Sempre all’interno del Palauxilium, gremito di gente, è stata celebrata la Santa Messa, officiata da S. E. Mons. Ignazio Zambito, vescovo della Diocesi di Patti, e concelebrata dai parroci delle varie parrocchie. Presenti alla solenne celebrazione i Sindaci dei comuni della diocesi, il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, assessori e consiglieri del comune di Sant’Agata Militello e le più alte cariche delle Forze Armate.
RosaMaria Castrovinci