Il libro dedicato agli alberi monumentali del Parco dei Nebrodi, in Sicilia, sarà presentato a Roma dal Presidente dell’Ente, Giuseppe Antoci, durante un incontro organizzato in collaborazione con Federparchi e con la Società Botanica Italiana, che si svolgerà all’interno del Centro convegni “Carte Geografiche”, in via Napoli 36, lunedì 2 dicembre 2013, alle ore 17.30. Nel volume “I grandi alberi dei Nebrodi”, edito dall’Ente Parco e curato dai botanici Rosario Schicchi, Giuseppe Bazan, Pasquale Marino & Francesco M. Raimondo dell’Università di Palermo, sono riportate schede e immagini riguardanti 60 splendidi alberi plurisecolari, selezionati su oltre 200 piante. Alcuni di essi hanno caratteri di eccezionalità rispetto a quelli presenti in altri contesti della Sicilia e del territorio italiano. Tra questi, anche il grande “Acerone” che si erge maestoso con oltre 20 metri di altezza e 6 metri di circonferenza alle pendici di Monte Soro, l’estremità più elevata dei Nebrodi (1847 m.), e l’enorme faggio di Fago Scuro; entrambi, per le dimensioni del loro fusto, sono gli individui più grandi delle rispettive specie in Sicilia e, con molta probabilità, anche del territorio Italiano. Altri esemplari rilevanti, inseriti nel libro, sono alcuni olivi, censiti nei territori dei comuni di Caronia, Pettineo e Tusa, che superano i 9 m di circonferenza a petto d’uomo e i 18 m in corrispondenza della ceppaia. Tali ulivi ricordano quelli di cui parlano le Tabulae Halaesinae per un’antica area dei Nebrodi (Alesa Arconidea) e del suo territorio limitrofo, dove vetusti esemplari assurgevano al ruolo di monumenti naturali, attraverso il contrassegno del monogramma alesino inciso sulla corteccia, proprio come segno durevole di confine. Nel dettaglio, il programma dell’incontro prevede una introduzione del Presidente del Parco, Giuseppe Antoci, gli interventi di Carlo Blasi, della Università La Sapienza di Roma, e di Rosario Schicchi dell’Università di Palermo, mentre le conclusioni saranno del Presidente della Società Botanica, Franco Maria Raimondo e del Presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri. La conoscenza dei grandi alberi dei Nebrodi riveste per l’Ente Parco notevole interesse ai fini culturali, scientifici, ambientali e, relativamente al settore forestale, nei lavori di ricostituzione del patrimonio boschivo locale, secondo i canoni della selvicoltura sistemica; essa assume rilevanza anche ai fini dell’educazione ambientale e soprattutto dell’incentivazione del turismo naturalistico, potendo rappresentare la meta o una delle maggiori attrazioni degli itinerari all’interno dell’area naturale protetta più grande della Sicilia con circa 90 mila ettari di territorio. I Monti Nebrodi, facenti parte della nota catena montuosa dell’Appennino Siculo, presentano una notevole ricchezza di ambienti che ospitano un ricco patrimonio floristico e forestale che costituisce, sotto l’aspetto naturalistico e paesaggistico e per lo stato di conservazione, la parte più rilevante e significativa dell’Isola. In tale contesto si rinvengono, soprattutto nelle zone meno accessibili e nell’ambito dei coltivi tradizionali, numerosi alberi plurisecolari e di ragguardevoli dimensioni che rappresentano veri e propri “monumenti” della natura, testimoni inconsapevoli della storia che ha interessato il territorio negli ultimi secoli. Si tratta di autentiche testimonianze che l’uomo ha lasciato volutamente nel territorio: segni concreti di confine tra i poderi, di orientamento, di riunione, oppure ricordo di qualche particolare evento. Ogni albero monumentale è, pertanto, uno scrigno di biodiversità in grado di raccontare con ricchezza di particolari le vicissitudini del luogo in cui vive da secoli, di cui spesso è l’essere vivente più vecchio ed il più profondo conoscitore.
Ufficio Stampa Parco dei Nebrodi