Stanno trascorrendo veloci le ultime ore di un 2013 di cui i santagatesi faranno certamente fatica a dimenticarsi. 3.2.1… e saremo già nel 2014 lasciandoci alle spalle dodici mesi in cui colpi di scena, avvenimenti, notizie, buone e meno buone, non sono certo mancate. Quello che mettiamo in archivio è, indubbiamente, l’anno politicamente più rilevante degli ultimi due lustri per la cittadina santagatese. Beh, ai finanziamenti, alla ripresa delle incompiute storiche, all’avvio ed ultimazione dei cantieri dei lavori pubblici, al rilancio del turismo, alla conquista della centralità territoriale e soprattutto all’improvvisa esplosione di pace sociale dopo stagioni di commissariamenti, sfiducie e contrapposizioni aspre, sinceramente, ormai un po’ tutti avevano fatto il callo, come si dice in gergo, “non facevano più notizia”. Nel 2013, invece, tutto si può dire meno ché di essersi annoiati a Sant’Agata e così eccoci tornati protagonisti, tutti, nessuno escluso, non certo solo l’odiata (parte di) stampa, della novella tenzone di chi è pro e chi contro, di chi ha Sant’Agata nel cuore e chi no. Alle prime luci di Gennaio, il 2013 doveva semplicemente essere un altro anno in cui raccogliere i frutti, pur tra le mille difficoltà di una congiuntura economica che ha visto riversarsi come sempre sui cittadini il peso della crisi e di una politica nazionale ed europea incapace di trovare soluzioni senza opprimere ancor di più la popolazione. Il 2013, e lo si sapeva già, era però per Sant’Agata anche l’anno che avrebbe dovuto tirare la lunga volata per le amministrative del 2014 che avrebbero posto naturalmente fine al decennio di amministrazione guidata da Bruno Mancuso. A Dicembre del 2012, però il parlamento italiano aveva deciso di interrompere la sciagurata esperienza del governo Monti, quello mai eletto democraticamente, quello delle tasse, dello spread, dell’Imu e delle riforme taglia tutto e tutti. Una delle maggiori forze in campo, il Pdl, decide quindi di puntare sulla strategia della “buona amministrazione”, nel tentativo di comporre le sue liste di persone che hanno dimostrato, sul campo, di rappresentare una buona gestione dell’amministrazione. Il sindaco Bruno Mancuso accetta dunque di correre per un seggio al Senato, inserito al decimo posto nella lista per la circoscrizione siciliana. Il responso delle urne del 25 Febbraio premia il Pdl in Sicilia al Senato e personalmente lo stesso Mancuso che approda dunque tra gli scranni di Palazzo Madama, primo politico santagatese in uno dei due rami del parlamento italiano. Quello che è indubbiamente un passaggio storico per la comunità santagatese e dei Nebrodi non può però non avere i propri risvolti diretti sulla vita amministrativa. Dopo lunga riflessione sull’opportunità o meno di temporeggiare fin quando la legge lo consente, Mancuso, in ossequio alla normativa che vieta il cumulo delle cariche, da altri bypassata, opta per le dimissioni da sindaco con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale e, il 19 Marzo, giorno di San Giuseppe, dopo aver preso parte alla processione del Santo Patrono, sale al comune per rassegnare il proprio mandato. L’aria di primavera porta dunque a Sant’Agata il vento caldissimo di una campagna elettorale infuocata, che nessuno si attendeva così presto. Trattative, incontri e scontri caratterizzano il substrato politico santagatese mentre l’assessorato regionale enti locali nomina, a Maggio, il vice prefetto Antonietta Cerniglia commissario straordinario col compito di traghettare la città alle elezioni amministrative fissate per il 9 e 10 Giugno. La prima delle coalizioni a rompere gli indugi è proprio quella dell’amministrazione uscente che, dopo settimane di grande travaglio annuncia, i primi di Aprile, il nome del suo candidato. Si tratta dell’avvocato Benedetto Caiola, già consigliere comunale ed assessore, che la spunta sugli altri papabili ed ex amministratori Antonio Scurria, Andrea Barone e Calogero Pedalà. Dall’altra parte la coalizione avversa dapprima sembra incerta con l’ex consigliere provinciale Udc Marco Vicari,oggi assessore, che annuncia la propria candidatura salvo poi ritirarla in nome dell’accordo con il Pd che, a sorpresa, dopo il no di alcuni dei prescelti, converge sul nome dello stimato medico Carmelo Sottile. Terzo incomodo l’immancabile candidato Nicola Versaci, che ci riprova per la terza volta. A Maggio, la campagna elettorale accende le piazze santagatesi. Risultati, opere e traguardi raggiunti, proposte per il futuro, non scaldano a sufficienza i cuori dei santagatesi tanto quanto la strategia del “nuovo” e della “rottura” proposta dalla coalizione dell’ex opposizione. Il responso delle urne del 10 Giugno è inappellabile. Sant’Agata sceglie di cambiare e incorona la “persona” Carmelo Sottile sindaco con 4137 voti, senza però attribuire lo stesso risultato alla coalizione in suo sostegno. La squadra che ottiene infatti la maggioranza in consiglio, 11 contro 9, è quella che sosteneva il candidato sconfitto Caiola. Il mese di Giugno, rappresenta un vero e proprio spartiacque tra ciò che c’era prima e tutto il resto. (Fine 1^puntata)