Ecco una nuova, ennesima, Caporetto per il governo regionale di Rosario Crocetta. Quel che ancora resta da sfaldarsi del libro dei sogni del governatore continua, infatti, quotidianamente a cedere. Ieri, appena un mese fa, era il commissario dello Stato a distruggere l’appiccicaticcia manovra finanziaria che il gruppo del governatore era riuscito a proporre all’Ars, oggi è la stessa assemblea regionale, con i gruppi d’opposizione che hanno trovato lo sperato appoggio dei franchi tiratori, ad affossare quella che da più parti viene definita come la “madre” di tutte le riforme targate Crocetta, quella delle province. Una riforma che si trascina avanti da oltre un anno, con gli enti commissariati, funzioni, mansioni ed uffici “congelati” senza però che si giungesse all’approvazione definitiva di una vera e propria legge di riforma. Al primo approdo agognato del ddl, frutto di un parto travagliatissimo, di trattative e persino riunione nella Capitale, ecco però giungere il primo naufragio. Il voto segreto dell’Ars ha infatti approvato l’emendamento proposto dal deputato di Forza Italia Falcone che cancella il comma 2 dell’articolo 1 della legge, nel quale si prevede che le città di Palermo, Messina e Catania siano escluse dalla formazione di Liberi Consorzi, ma che, invece, dessero vita alle città metropolitane. Città metropolitane dunque cancellate e con esse uno dei cardini della riforma. “L’istituzione delle città è prevista al’articolo 7 del ddl, nessun problema, si va avanti e si cercherà di ricucire l’ennesimo strappo”. Ecco come viene commentata la battuta d’arresto da fonti vicine al governatore. Al di là delle dichiarazioni di sorta, però , è evidente che la bocciatura del governo, mandato ko dal Movimento 5 Stelle e dai franchi tiratori, rappresenti un serio pericolo alla nascita stessa della legge stessa ma che, ben oltre gli aspetti tecnicamente procedurali, rappresenti un messaggio chiaro e forte sulla assenza di una vera e propria maggioranza cui possa appoggiarsi l‘azione di un esecutivo sempre più paralizzato. Un fattore di cui Crocetta dovrebbe prenderne atto evitando di aggrapparsi ogni volta al presunto nemico di turno nel tentativo di giustificare i continui fallimenti. Restando alle province, l’assessore Patrizia Valenti ha varato i provvedimenti di proroga dei commissari, provvedimenti tra l’altro contestati nella loro legittimità da più parti, nel disperato tentativo di tenere a galla la riforma. L’esecutivo punta adesso a riattaccare i cocci entro il termine ultimo del 15 Aprile, data limite per la convocazione dei comizi elettorali per un’eventuale, clamorosa, ma ormai sempre più probabile, nuova tornata elettorale per il re insediamento dei consigli provinciali. Fosse davvero così, per il governo Crocetta non rimarrebbe altro da fare che restituire il mandato nelle mani dei cittadini siciliani