Proponiamo il testo integrale dell’intervento in aula del Senatore del Nuovo Centro Destra Bruno Mancuso, sul voto di fiducia del governo presieduto da Matteo Renzi.
“Signor Presidente, presidente Renzi, abbiamo accolto qui oggi con simpatia lei e la sua squadra, che, almeno nella parte fotografica, induce già alla simpatia e all’ottimismo. Abbiamo anche apprezzato alcune sue scelte, che sono state fatte sin dall’inizio, quali lo snellimento e la riduzione del numero dei Ministri, e non soltanto per un motivo di risparmio. Abbiamo altresì apprezzato il ringiovanimento della sua squadra di Governo. Anche se non sono incline alla retorica del giovanilismo, devo dire che la presenza di tanti giovani, preparati, entusiasti e con un buon curriculum sicuramente darà nuove motivazioni e nuova spinta all’azione di governo. Anche dalla sua relazione emerge chiara la volontà di dare corso a una stagione politica che vuole segnare un solco con il passato. E le sue dichiarazioni programmatiche sembrano improntate ad una chiara volontà di voler dipanare in maniera decisa e veloce i tanti nodi da sciogliere ed avviare le misure utili alla piena realizzazione del programma di governo. Certamente è una sfida ambiziosa quella che vi preparate a sostenere, anzi, che ci prepariamo a sostenere, perché noi del Nuovo Centrodestra ci sentiamo assolutamente coobbligati, coinvolti e partecipi a questo progetto. Il successo di questa sfida dipende dalla capacità di questo Esecutivo di dare risposte certe ed immediate, innanzitutto per evitare che si consumi quella rottura sociale che incombe pericolosamente nella società italiana. Noi ci auguriamo che questo Governo, presidente Renzi, duri a lungo, ma non per un fatto di sopravvivenza della specie, ma per il bene dell’Italia. E questo dipenderà chiaramente intanto dai risultati e in secondo luogo dalla capacità di ognuna delle componenti in appoggio al Governo di dare priorità agli interessi di tutti, anziché a quelli della propria parte politica. In questa logica è chiaro che alcune sue dichiarazioni, signor Presidente del Consiglio, ci lasciano un po’ perplessi: lei ha avuto modo di dire che «questo è il Governo più di sinistra degli ultimi 30 anni». Allora, questa è una cosa che ci preoccupa, e ci auguriamo che sia soltanto una battuta, così come alcune convinzioni sulla patrimoniale del neo ministro Padoan, espresse anche in passato, o l’uscita di ieri del sottosegretario Delrio sulla tassazione dei BOT. Chiaramente queste affermazioni ci preoccupano, e speriamo che restino dei progetti futuri, applicabili quando la sinistra da sola andrà al Governo, perché o prima o dopo ci andrà: è una legge dell’alternanza (ma mi auguro: il più tardi possibile!). Una sua precisazione in merito sarebbe anche utile nella replica. Noi siamo al Governo con la sinistra perché convinti che in questa fase delicata e concitata della vita della Nazione debba prevalere l’interesse generale, l’interesse comune, il senso di responsabilità rispetto a quello di parte. Pertanto, non troviamo nulla di anomalo (anzi, può essere un’opportunità per l’Italia, come ci insegna la Germania della signora Merkel) in un Governo che nasce per necessità tra due o più partiti di diverso schieramento politico, che hanno il dovere preciso, nella chiarezza, nella trasparenza e con un forte patto di lealtà nei confronti dell’Italia, degli italiani e dell’Europa, di trovare punti di convergenza sui problemi indifferibili e sulle vere emergenze del nostro Paese: il lavoro, il fisco, la burocrazia, la giustizia, le riforme istituzionali e, a seguire, tutti gli altri. Vi assicuro che mi viene difficile elencare tra le emergenze alcuni temi di cui si parla con insistenza, quali unioni civili, omofobia, ius soli: temi per i quali probabilmente sarebbe più prudente attendere. Invece, dove non si può più attendere è nella triste storia dei nostri marò, a cui è legato il destino di due uomini e delle loro famiglie, ma anche la dignità e l’orgoglio della nostra Nazione. Altra questione: le sue dichiarazioni in merito alla prospettiva temporale del Governo, che potrebbe coincidere con la naturale scadenza della legislatura, ci inducono a pensare alla riforma elettorale. A questo proposito, signor presidente Grasso, ricordo che la esortai a lasciare la riforma elettorale in prima lettura al Senato: avete voluto spostarla alla Camera dei deputati per velocizzarne i tempi d’esame ma, se i risultati sono questi, tanto valeva lasciarla qui. In ogni caso, consideriamo sicuramente vitale, prima di tornare al voto, l’approvazione della legge elettorale, che può essere agganciata e posticipata rispetto alla riforma del Senato, anch’essa da noi ritenuta necessaria. Va certamente superato il sistema del nostro bicameralismo così come concepito dai nostri Padri costituenti. Ma diciamo con chiarezza che la troviamo assolutamente discutibile e poco condivisibile nei termini in cui lei la propone. Auguri e buon lavoro”.