La solita favola di un progetto irrealizzabile, visti i tempi che corrono e la disponibilità, presunta, di appena 27 milioni di euro che certo non basterebbero per “resuscitare” il rudere del nuovo/vecchio ospedale di Cuccubello di Sant’Agata Mitello, da decenni in stato di abbandono. Eppure c’è ancora chi punta a quel traguardo, s’intesta risultati e finanziamenti per il futuro, parla di prospettiva reale proprio nello stesso momento in cui gli addetti ai lavori del settore sanità pongono sul tavolo problematiche e criticità anche quotidiane di notevole importanza, senza che però nessuno riesca a dare una soluzione. E così tra una bozza ed un’altra di riorganizzazione della rete ospedaliera, un passo avanti e due indietro dell’assessore regionale Borsellino, il dibattito nelle ultime settimane ha visto riproporsi prepotentemente all’attenzione proprio il progetto di quell’ospedale a Cuccubello, Sulla vicenda, interviene oggi seccamente con una propria nota il Senatore del Nuovo Centro Destra Bruno Mancuso, che parla apertamente di progetto irrealizzabile. Per il senatore Mancuso sarebbe, invece, auspicabile che le energie di tutti fossero finalizzate al convogliamento delle risorse per migliorare la struttura ospedaliera esistente ed all’organizzazione più efficace dell’offerta sanitaria sul territorio, ponendo così fine alla continua discriminazione del bacino di utenti dei Nebrodi, costretti a sobbarcarsi centinaia di chilometri per eseguire anche gli esami più semplici. Il Senatore Mancuso pone quindi dei dubbi anche sul piano di riorganizzazione complessiva della rete ospedaliera in provincia di Messina che, unendo Sant’Agata e Mistretta e lasciando Patti da solo, potrebbe portare, nei prossimi anni, persino alla scomparsa di ciascuna delle tre strutture, visto il mancato raggiungimento degli standard minimi. Ecco di seguito la nota del Senatore Bruno Mancuso:
“Nelle ultime settimane ho letto e sentito di presunti traguardi ottenuti riguardo la ripresa del progetto per il nuovo ospedale di Sant’Agata Militello, riesumando l’abbandonato scheletro della struttura di contrada Cuccubello, per cui sarebbero disponibili 27 milioni di euro. Ero appena stato eletto Sindaco di Sant’Agata Militello quando sentivo parlare di questi possibili finanziamenti, per cui è da dieci anni ormai che si fa a gara a chi la spara più grossa, con annunci ad effetto su proposte inattuabili. Mi sembra incredibile che in momenti storici particolari come quello che il nostro Paese, ed in particolare la nostra Sicilia, sta vivendo, con necessità di tagli alla spesa spesso drastici, carenze e difficoltà in ogni settore dell’attività quotidiana, si continui a tirar fuori la solita “favoletta” di un nuovo ospedale. Ritengo quello di Cuccubello un progetto ormai irrealizzabile anche perché, per la sua ripresa, non credo basterebbero certo i 27 milioni di cui si parla, ma probabilmente ne servirebbero almeno il triplo, se non di più. Sarebbe invece auspicabile che gli sforzi di tutti fossero finalizzati a convogliare tutte le risorse disponibili affinché sia migliorata e potenziata l’offerta sanitaria sul territorio dei Nebrodi, che fa riferimento all’ospedale di Sant’Agata Militello, un presidio “di frontiera” per circa 80mila abitanti, troppo lontano dai poli ospedalieri delle principali città. Anziché sbandierare progetti di dubbia fattibilità, dunque, credo sarebbe più giusto puntare su una migliore riorganizzazione dei reparti sotto il profilo logistico, di dotazione del personale e della strumentazione a disposizione dei medici del presidio, potenziando i reparti esistenti e dotandoli delle tecnologie di ultima generazione, al fine di garantire una valida offerta sanitaria territoriale, col duplice obiettivo di perseguire effettivamente la finalità reale dell’ospedale santagatese, votato all’emergenza urgenza, ed evitare che gli utenti siano costretti a spostamenti lunghi e spesso costosi per eseguire gli esami, talvolta anche quelli più comuni. In tal senso non posso che esprimere apprezzamento per la linea sposata dalle sigle sindacali di Cisl e Uil che, nel corso di un’assemblea congiunta, si sono espresse con chiarezza e puntualità sul tema. Perplessità mi sorgono, infine, anche sull’ipotesi di riorganizzazione della rete ospedaliera che prevedrebbe l’unione degli ospedali di Sant’Agata e Mistretta, mentre Patti rimarrebbe presidio a sé stante. Tale organizzazione infatti, da qui ai prossimi 4/5 anni, potrebbe causare il mancato raggiungimento degli standard minimi di ciascuna delle strutture, Sant’Agata-Mistretta e Patti, per il mantenimento di taluni reparti e per la sopravvivenza stessa degli ospedali”.