Ennesimo allarme lanciato dalla Cisl sul rischio di perdita di un finanziamento per il distretto socio sanitario 31, comune capo fila Sant’Agata Militello. “La programmazione e la definizione del piano di zona 2013/2015 del Distretto socio-sanitario D31 è in alto mare e paradossalmente registriamo che ancora risultano progetti non portati a gara o non realizzati relativi alla triennalità 2010/2012, scrivono i responsabili zonali della Cisl Alfonsa Franchina e Turuzzo Miceli -. Addirittura risultano Comuni che non hanno versato la quota di compartecipazione a discapito di quei Comuni che invece sono stati rispettosi della legge e delle direttive regionali. Un’altra forte criticità emerge per la mancata convocazione delle conferenze di servizio, come previsto dalle linee guida regionali, limitandosi solo all’individuazione delle Aree Omogenee Distrettuali che ad oggi non sembrano essere stati approvati in via definiva da parte dell’Assessorato. Questo è stato fatto solo per spartire la torta di ben 1.762.161,07 in rapporto ai 75552 abitanti dei 18 Comuni aggregati, con una quota pro-capite per abitante di 23,32, senza una vera pianificazione dei bisogni della collettività ed assistendo ad una illogica polverizzazione delle risorse che per i Comuni di piccole dimensioni abitative non si è nelle condizioni di poter realizzare alcun progetto. Non ci pare che lo spirito della legge e della integrazione socio-sanitaria sia quella della spartizione a prescindere. Di fatto se da un lato le aree omogenee hanno una logica di rispondenza alle specificità del territorio, dall’altro si sono creati ulteriori piccoli centri gestionali, disaggregati e forieri di confusioni e disarticolazioni, che certamente rendono più complicato la convergenza in un unico piano di zona, così come impone la legge. Purtroppo, malgrado le sollecitazioni della Cisl assistiamo ancora ad incontri inutili dove già è tutto deciso o meglio ancora si lavora per non decidere nulla ed arrivare “in zona Cesarini” per presentare progetti preconfezionati e forse rispondenti alle desiderata di potenziali affidatari. Come Cisl non possiamo accettare che tutto si scarichi sui dipendenti e funzionari facenti parte del gruppo piano, perché le scelte sono politiche e devono essere frutto di una consultazione e concertazione su base territoriale, purtroppo mai avvenuta. Siamo costretti a denunciare i fatti proprio per porre rimedio, invitando il Sindaco del Comune capo-fila, assieme gli altri 18 sindaci del Distretto, a dare corso a quanto previsto dalle linee guida, per evitare che il distretto socio-sanitario perda il finanziamento triennale di circa un milione e 700 mila euro con una forte penalizzazione per le fasce deboli del territorio”.