Nei giorni scorsi era toccato all’ingegnere Calogero Silla ed all’architetto Carmelo Ganbadauro. Alla vigilia di Pasqua è stata, invece, la volta dell’architetto Antonino Naso rimesso in libertà dal Gip del Tribunale di Patti, Maria Pina Scolaro. Le posizioni degli indagati nell’ambito dell’inchiesta “Camelot” vanno man mano delineandosi, venendo meno i presupposti per giustificare le esigenze cautelari. L’architetto Naso, così come Silla, era stato raggiunto da provvedimento di arresti domiciliari lo scorso 15 Febbraio, poiché ritenuto figura organica all’interno del sistema di gestione degli appalti ipotizzato dalla Procura di Patti, che ha individuato nell’ex capo dell’area strategia e sviluppo del Comune, ing, Pippo Contiguglia, l’ideatore. Il Gip, come era stato nel caso di Silla e di Gambadauro (quest’ultimo raggiunto a Febbraio da divieto di dimora), ha accolto l’istanza del legale di fiducia dell’architetto Naso, l’avvocato Luciano Coppolino, disponendo il ritorno in libertà di Naso senza alcun obbligo e l’interdizione temporanea dai pubblici uffici.