Sono due i dati che maggiormente risaltano all’attenzione dopo le elezioni europee del 25 Maggio. Quello nazionale, confermato anche in Sicilia, riguarda l’affermazione del presidente del consiglio Renzi, che attorno alla sua figura personale ed al traino di una forte presenza mediatica nei primi mesi di Governo ha trascinato il proprio partito al successo. Il secondo dato, riferito al territorio messinese, ed in particolare a quello dei Nebrodi, conferma la fiducia che la popolazione ha voluto attribuire ai soggetti politici ed agli interlocutori locali o, viceversa, la sfiducia ed il disappunto verso le politiche locali di altri. In tale quadro alcuni risultati spiccano con maggiore evidenza, la sofferenza ormai vicina al tramonto del “crocettismo” , con i candidati sponsorizzati dal presidente della Regione clamorosamente lontani dalle soglie di preferenza sperate, la fiducia che la popolazione dei Nebrodi ha riversato sulla nuova proposta politica del Nuovo Centro Destra e, in ambito prettamente santagatese, la debacle del Partito Democratico e dell’entourage politico che gravita attorno all’amminstrazione comunale. Dopo un solo anno di guida della città, l’amministrazione Sottile ha fatto già emergere in parecchie occasioni, anche pubbliche, le proprie contraddizioni e la scomodità tra compagni di viaggio, messi assieme per meri ragioni di successo elettorale. Al vaglio dell’urna europea, però, quel Pd sostenuto da gran parte della stessa amministrazione comunale, con il sindaco in testa, ha registrato 1137 preferenze che, pur determinando ancora il primo posto, risicato, nelle sezioni cittadine, 29,8% contro il 26,06% del Ncd, segna una perdita di oltre 300 voti rispetto alle europee del 2009 . Per il Pd santagatese il flop è in particolare del voto ai candidati, con la sola Chinnici sopra i 300 voti, del resto è stato la più votata in Sicilia dopo Soru, ed la delusione dei candidati crocettiani e del gruppo Laccoto, vedi Stancheris, assessore regionale, e Zambuto, sindaco di Agrigento, ultimi della lista nella circoscrizione. La difficoltà a reperire consensi per i propri candidati non può dunque che far rilevare il malcontento per la gestione amministrativa santagatese. Dall’altra parte Sant’Agata Militello attribuisce il maggior numero di preferenze al brolese Nino Germanà, ben 826, seguito a ruota da un altro esponente del Ncd, Francesco Cascio, a quota 553. Un chiaro segnale di fiducia verso il partito che sui Nebrodi ha come punto di riferimento il Senatore Bruno Mancuso che ha evidentemente vinto la scommessa politica, col nuovo partito fondato da Alfano, e personale, spendendosi quotidianamente sul territorio. Al fianco di Mancuso, Germanà e Garofalo, in questa campagna elettorale a Sant’Agata, abbiamo visto in prima linea anche alcuni degli esponenti più in vista della maggioranza consiliare, il che lascia intuire una conferma, se non un rafforzamento del consenso che la coalizione ha già ottenuto alle amministrative 2013 quando ottenne la maggioranza dei seggi in consiglio. Non trascurabile, infine, il voto locale di Forza Italia che, evidentemente, sulla scorta di quanto espresso poco sopra, gode del traino personale e politico di altri amministratori locali su cui, a differenza di quelli santagatesi, la gente continua a riporre fiducia, vedi i sindaci Grasso e Gallo che hanno tirato parecchia acqua al mulino di Fi sui Nebrodi. Nelle sezioni di Sant’Agata Militello, comunque, la più votata di Fi è stata Francesca Reitano che, con 373 preferenze, ha superato anch’ella i candidati del Pd.