“Che c’azzecca ?” direbbe il pittoresco ex onorevole ed ex pm di Mani Pulite Antonio Di Pietro. Ma che c’entrano il premier Matteo Renzi e l’iniziativa “sblocca Italia” con il Porto dei Nebrodi di Sant’Agata Militello? Stando alle comunicazioni provenienti da palazzo Chigi, infatti, le Amministrazioni di tutta Italia sono state invitate dal Governo a segnalare “un immobile abbandonato, un cantiere fermo, un procedimento amministrativo da accelerare”. Ecco dunque che nella letterina a “Babbo Natale” l’amministrazione santagatese inserisce quelle che a suo giudizio sono le opere da sbloccare, Ospedale e Porto. Scelta legittima, ma certo opinabile, quella sull’ospedale, con la favoletta di Cuccubello pronta ad essere puntualmente tirata fuori mentre, sullo stesso tavolo regionale, si pianifica il progressivo impoverimento dell’esistente senza che nessuno con autorevolezza da Sant’Agata dica o faccia qualcosa.
Ecco dunque il Porto. In effetti quello di contrada Piana sembrerebbe proprio il più classico dei cantieri fermi, dunque, perfettamente calzante con l’invito del governo. In realtà però bisognerebbe anche precisare che per sbloccare il cantiere del Porto dei Nebrodi non servirebbe certo il premier Renzi bensì una firma al Comune per sbloccare un procedimento che vede un appalto assegnato da diversi anni ormai (2010) per un’opera già finanziata per intero e con 28 milioni di euro che restano ancora da spendere per la definitiva ultimazione. La storia del completamento del Porto, tanto per ricordarla, negli ultimi anni si è caratterizzata per ritardi imputabili a ricorsi amministrativi da parte di ditte che, per quanto legittimi, hanno incontrato sulla loro strada sentenze sempre sfavorevoli. “Ricorsi patrocinati, altrettanto legittimamente, da professionisti politicamente legati all’attuale amministrazione”, ricorda il presidente del consiglio Antonio Scurria. Tutti ricorsi che contestano nei fatti la cessione del ramo d’azienda tra l’originaria vincitrice dell’appalto Si.Gen.Co e la Cogip. Oggi, infine, risulta pendente presso il Tribunale civile di Catania, un ulteriore ricorso davanti al giudice ordinario. Nel frattempo le sentenze favorevoli di Tar e Cga, l’autorizzazione paesaggistica e la presentazione del progetto esecutivo sembravano aver lanciato definitivamente il cantiere, ma nessuno ha ancora visto muoversi una pietra. In tale contesto sembra alquanto paradossale che l’amministrazione, che non ha saputo o voluto prendere posizione per sbloccare la vicenda, si sia appellata al premier ed al suo progetto “sblocca Italia”. Eppoi, quale sarebbe la richiesta a Renzi? Che si sostituisca ad un tribunale amministrativo per accelerare o dirimere la vicenda giudiziaria o che si sostituisca agli amministratori stessi e si prenda la responsabilità, che altri non hanno voluto, di firmare un contratto? Vedremo. A proposito. Sulla stessa iniziativa “sblocca Italia”, sempre riguardo Sant’Agata, i paradossi sembrano non essere finiti…