Eccole le note di cui tutti parlano, quelle giunte al Comune di Sant’Agata Militello a firma dell’ingegnere Vincenzo Sansone, capo del dipartimento tecnico dell’assessorato regionale alle infrastrutture, riguardo l’appalto per il completamento del Porto di Sant’Agata Militello. Si tratta di due note, la prima, del 30 Giugno l’altra del 3 Luglio, con la quale si prendono in esame due diverse situazioni legate all’appalto vinto nel 2010 dalla Si.Gen.Co. e successivamente passato in carico alla Cogip Infrastutture in virtù della cessione del ramo d’azienda. Da ciò che si evince dalla prima nota (30 Giugno), la Cogip Infrastutture non solo avrebbe sforato i termini massimi previsti per l’esecuzione della progettazione esecutiva ma avrebbe inoltre formulato “variazioni quantitative e qualitative sostanziali rispetto al progetto definitivo posto a base di gara”. Su quest’ultimo fattore, va evidenziato come si tratti di una segnalazione fatta dal supporto al Rup, ingegner Giordano, in data 6 Marzo 2014, e richiamata nella nota da Sansone secondo cui, le due componenti “costituiscono circostanze configurabili per l’applicazione della risoluzione del contratto per grave inadempimento, grave irregolarità e grave ritardo”. A quelle segnalazioni di Marzo dell’Ing. Giordano non è però seguito alcun atto amministrativo.
La seconda nota, invece, quella posta ad integrazione della prima, parla di una presunta errata procedura per quanto riguarda la celebrazione dell’appalto al Comune di Sant’Agata Militello invece che all’Urega di Messina. Queste nel succo le “contestazioni” mosse dall’ingegnere Sansone del dipartimento tecnico dell’assessorato infrastrutture e mobilità. Al di là degli aspetti tecnici, burocratici e procedurali, ciò che più interessa e preoccupa la popolazione santagatese è che questo nuovo capitolo della saga legata al Porto dei Nebrodi rischia davvero di ingarbugliare inesorabilmente la matassa cacciando l’opera in un vicolo cieco, Da una parte, infatti, c’è, o almeno dovrebbe esserci per chi gestisce la cosa pubblica, la primaria necessità di salvaguardare il finanziamento e giungere ad un avvio dei lavori quanto più celermente possibile, così da regalare al paese, finalmente ultimata, la più grande opera infrastrutturale della sua storia. Dall’altra parte, c’è invece un quadro normativo e contrattuale, inerente tanto la progettazione quanto la tempistica, che va indubbiamente fatto osservare secondo strumenti, azioni e tempi di cui l’amministrazione pubblica è dotata. Di diversa e varia interpretazione potrebbe, invece, essere l’osservazione legata allo svolgimento della gara d’appalto. All’epoca dei fatti, a quanto sembra potrebbe escludersi la competenza dell’Urega per la celebrazione di tutte le gare secondo il principio della “offerta economicamente più vantaggiosa”, almeno fino all’entrata in vigore della Legge Regionale 12 luglio 2011, n° 12, nuova normativa che disciplina gli appalti pubblici in Sicilia. Tutt’altro che di secondario conto è infine la necessità per l’ente comunale di evitare d’incappare in contenziosi e richieste di risarcimento. Per provare a fare chiarezza su tutti questi aspetti, i consiglieri del gruppo di maggioranza Achille Befumo e Domenico Barbuzza hanno presentato richiesta ufficiale di accesso agli atti, chiedendo, dopo averne presa visione, di avere copia degli incartamenti che riguardano l’appalto del Porto Dei Nebrodi. L’iniziativa dei consiglieri di opposizione, che era già stata messa in programma e solamente spronata ulteriormente dall’emergere delle notizie degli ultimi giorni, mira soprattutto a conoscere quali siano i rapporti ufficiali intercorsi tra l’amministrazione comunale, la regione e la ditta nell’ultimo anno. In sostanza, bisogna capire ciò che è stato fatto da quel 7 Marzo 2013, giorno della forma del contratto d’appalto tra l’amministrazione Mancuso e la Cogip, ad oggi. Quali solleciti siano stati fatti alla ditta, quali eventuali contestazioni ed in che tempi, prima di giungere alle note di questi giorni e per quali motivi le contestazioni su una presunta procedura non conforme alle normative venga mossa soltanto a quattro anni di distanza e per un appalto che è stato passato al setaccio da qualunque tipo di organismo amministrativo e giudiziario. Non si comprendono, infatti, ad esempio le ragioni per cui il Comune di Sant’Agata Militello, in oltre un anno, non ha mai formalmente contestato le inadempienze alla COGIP e non ha avviato le procedure di rescissione del contratto. Parrebbe che anche i legali incaricati dal comune abbiano, formalmente e per iscritto, fatto presente all’amministrazione la questione relativa all’avvio di procedure di contestazione alla ditta aggiudicataria.
La stessa Cogip, foto a sinistra, in data 14 Marzo 2014 trasmise al Comune ulteriori copie del progetto esecutivo,dopo la presentazione già avvenuta il 5 Febbraio, sulla scorta delle prescrizioni imposte nella conferenza dei servizi del 10 Gennaio 2014. Infine, sul fronte del contenzioso pendente sull’appalto del Porto, la novità è il pronunciamento della Cassazione in merito alla giurisdizione. La Suprema Corte ha accolto le tesi difensive del Comune di Sant’Agata e delle parti resistenti stabilendo che la competenza a pronunciarsi è del Giudice Ordinario e non di quello Amministrativo. Dovrebbero così cadere anche gli attuali ricorsi presso il Tar di Catania ed il CGA di Palermo. Probabilmente, al fine di anticipare la decisione della Cassazione, era stato depositato, comunque, ricorso presso il Tribunale Civile di Catania.