“L’impresa conferma la correttezza del proprio operato quale progettista, evidenziando un’incomprensibile inerzia da parte dell’amministrazione nella cooperazione che, connaturata al suo ruolo, dovrebbe promuovere l’espletamento in fase esecutiva del contratto stipulato, nonché una discutibile carenza di trasparenza”. La Cogip Infrastrutture Spa di Tremestieri Etneo non ci sta e replica seccamente alle esternazioni dell’amministrazione comunale di Sant’Agata Militello che, dopo il vertice con i legali di supporto al Rup dei giorni scorsi, ha preannunciato l’avvio della procedura di rescissione del contratto d’appalto per il completamento del Porto. La ditta etnea, titolare di quell’appalto ha diffidato quindi il Comune a procedere in tal senso: “Si diffida codesto Comune, nella persona del Sindaco, degli organi comunali, del responsabile del procedimento e dei dirigenti dell’amministrazione(…)dal porre in essere qualsiasi attività che possa essere lesiva degli interessi della scrivente impresa, riservandosi la stessa, in caso contrario, a tutelare il nome e gli interessi della Cogip Infrastrutture spa in tutti i modi ed in tutte le sedi”. Una nota (leggi nota Cogip) che fa tremare Palazzo Faraci e che rischia di trasformarsi, nei fatti, nel preludio ad una battaglia legale che potrebbe avere effetti devastanti per il destino del Porto dei Nebrodi ma anche per le casse del comune e non solo. L’amministrazione, forte delle censure giunte da parte del dipartimento tecnico dell’assessorato regionale alle infrastrutture, addebita all’impresa gravi inadempienze nella fase della progettazione esecutiva e sforamento dei termini. Addebiti che la Cogip non ha digerito facilmente, passando alla replica. La nota protocollata al Comune porta la firma del presidente del Cda della Cogip, ing. Giulio Stanzione, che inchioda l’amministrazione comunale alle sue responsabilità, pur confermando la propria disponibilità a supportare l’amministrazione stessa in tutte le attività necessarie affinché si giunga all’avvio dei lavori. La Cogip ha scritto a tutti gli organi amministrativi del comune, al Rup ed a Fulvio Bellomo, nuovo dirigente dello stesso dipartimento tecnico dell’assessorato che aveva inoltrato le note di censura sull’appalto, firmate dal’ing Vincenzo Sansone, poi andato in pensione. La ditta ha fornito una cronistoria che dal Settembre 2013 ad oggi evidenzia ripetutamente il mancato riscontro da parte del Comune, e comunque degli organi competenti, di svariati atti ufficiali. In particolare la Cogip rimarca alcune date:
– 13 Settembre 2013, consegna della progettazione esecutiva tenuto contro delle prescrizioni imposte dalla Soprintendenza ai beni paesaggistici di Messina
– 13 Febbraio 2014, invio di ulteriori due copie del progetto al Comune (“da allora, scrive la Cogip, si attende il riscontro del committente)
– 15 Aprile 2014, richiesta accesso agli atti al fine di conoscere le figure istituzionali di riferimento ed i motivi ostativi all’approvazione del progetto (vista l’assenza di riscontro al progetto inviato due mesi prima e del Rup)
– 19 Maggio 2014, reiterazione della richiesta di risposta dal Comune (senza riscontro sino alla data odierna)
Cosa è stato dunque fatto per tutti questi mesi, e perché quegli atti, (presumendo che la Cogip, avendoli tirati in ballo, sia in grado di documentare quanto affermato) non hanno avuto il necessario risconto da parte del Comune ?
Riguardo al progetto esecutivo, invece, la Cogip precisa che “le modifiche, le maggiori quantità e diverse linee progettuali sono state imposte da subentri normativi o da specifiche prescrizioni da parte di enti terzi, e le modifiche strutturali migliorative del progetto sono state comunque previste senza aumento di spesa”. La nota lascia in ogni caso un margine di disponibilità al confronto da parte della ditta che ha chiesto la convocazione urgente di un tavolo tecnico al fine di verificare lo stato dell’arte e porre in essere tutte le azioni necessarie per giungere alla fase esecutiva dei lavori.