Il Re è nudo, il Re è sempre più solo. Lo scorso fine settimana era stata una classifica redatta su scala nazionale da un’autorevole agenzia, Datamedia, nell’ambito dello studio “Monitoregione” a relegarlo al penultimo posto per gradimento della popolazione tra i presidenti di regione d’Italia. Stavolta, però, è andata anche peggio. A scaricare Rosario Crocetta è, di nuovo, il Partito Democratico che, per bocca del suo segretario regionale, Fausto Raciti, avrebbe ufficialmente posto fine all’appoggio verso l’ex sindaco di Gela. “Noi scendiamo qui”, così si è espresso Raciti. “Il Crocetta-bis è un governo nato morto. Ma morto è soprattutto il modello che l’ha ispirato, che noi critichiamo da tempo e che ha prodotto solo frammentazione politica e sociale. Crocetta – afferma Raciti – pensa che la svolta che chiediamo possa essere invece barattata in cambio di qualche assessore. Il governatore ha preferito invece eludere i problemi invece di affrontarli: questo è un pezzo del suo modello di governo. E adesso siamo costretti a tracciare una linea”. Dunque per l’ennesima volta Crocetta ed il suo governo mai decollato, anzi, tutt’altro , va a sbattere proprio contro i suoi alleati più importanti, per quanto è lecito accompagnare questa uscita di Raciti con un certo scetticismo, visto che già lo scorso anno un altro segretario Pd, Lupo, sembrava aver decretato la fine dell’avventura Crocetta che si era poi salvato in corner col il rimpasto in giunta. Affossato dai continui fallimenti della sua politica degli annunci in pompa magna senza alcun seguito, quello del flop del click-day è solo l‘ultimo dei fallimenti in ordine cronologico, l’ultima polemica piovuta addosso a Crocetta è quella della piscina dell’assessore Sgarlata. Una vicenda che ha palesato per l’ennesima volta le violente lotte intestine di un governo sempre più incapace di dare risposte concrete alla gente. “Chi si sente ancora del Pd non può che scegliere: o lascia questa avventura al fianco di Crocetta, o afferma apertamente di sostenere questa esperienza. Ma stavolta deve dirlo pubblicamente, senza provare a mandare la palla in tribuna e senza giochetti che ricordano la prima repubblica”, eccola la sentenza di Raciti che, come da copione, viene puntualmente snobbato dallo stesso Crocetta. Qualcuno proprio oggi, nell’ambito della visita alla scuola Don Pino Puglisi di Palermo, ha provato a rivolgere qualche domanda allo stesso premier e leader del Pd Matteo Renzi sulla sorte del governo Crocetta, ma il premier, saggiamente e furbescamente, ha preferito glissare. Tutto lascia intendere che stavolta per Crocetta non ci saranno appelli, che la sua disastrosa avventura alla guida della Regione sia davvero giunta al capolinea. Il tutto mentre i siciliani assistono impotenti al tracollo sempre più drammatico di un’intera terra.