Lo apprendiamo stamani dai giornali, ma poco cambia. Il manager dell’Asp 5 Gaetano Sirna, ieri, leggiamo, in visita di cortesia, ha suonato il “de profundis” per l’ospedale di Sant’Agata Militello. Il disegno dunque si sta portando a compimento. Niente Utic, niente emodinamica, messa definitivamente nel cassetto anche la favoletta di “Cuccubello”, a quanto pare lo stesso Sirna sull’argomento avrebbe messo a tacere il primo cittadino/medico Sottile, nel corso dell’incontro informale di ieri. Il destino dell’ospedale di Sant’Agata e con esso della sanità sui Nebrodi è dunque tracciato , si va verso un poliambulatorio o poco più. Servizi mirati, lungodegenza, riabilitazione ed un pta le cui contraddizioni ed i paradossi sono stati evidenti sin dal taglio del nastro e continuano pesantemente a penalizzare gli utenti. Dei tre ospedali, Patti-Sant’Agata-Mistretta non ne rimarrà che uno soltanto, facile immaginare che sarà Patti, storicamente con più Santi in Paradiso e certamente avvantaggiato rispetto a Sant’Agata, che paga scelte strutturali di lunghissima data penalizzanti, per quanto il nosocomio santagatese sia riferimento di un bacino vastissimo, circa 80 mila abitanti e la cui soppressione o comunque ridimensionamento lascerebbe una voragine nella periferia occidentale della provincia, sguarnita fino a Cefalù. Ma che all’Asp ed all’assessorato regionale alla sanità abbiano qualche problema con la geografia, quello è risaputo. Ciò che invece ancora non si è ben compreso, dopo oltre un anno, è quale tipo di approccio sul tema voglia avere, se mai ne abbia uno, l’amministrazione comunale. Limitarsi a ripetere il copione, seguendo incondizionatamente la scia di presunti referenti politici, salvo poi essere puntualmente smentiti dai fatti , o prendere finalmente una posizione forte e decisa a difesa dell’ospedale con azioni concrete, argomenti seri, con discorsi, ragionamenti e concetti autorevoli?