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La sentenza che boccia Condotte Bruno Teodoro e Ricciardello

sentenza porto 1“Non esiste uno stato di conflitto sia pur potenziale tra gli effetti giuridici del negozio denunciato come simulato (la cessione d’azienda dissimulante una cessione dell’appalto tra SiGenCo e Cogip) ed il diritto di un terzo, in quanto la Società Italiana Condotte d’Acqua nessuna posizione giuridica può vantare rispetto ad alcuna delle parti del contratto…” Ecco perché il giudice del Tribunale di Catania Massimo Pulvirenti ha dichiarato “inammissibile” il ricorso presentato dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua, l’ultimo tentativo giudiziario, dopo le precedenti sentenze negative di Tar e Cga, per l’impresa romana e per l’entourage che vi sta alle spalle di mettere le mani sull’appalto per il completamento del Porto di Sant’Agata Militello. La sentenza del Tribunale civile di Catania rigetta in maniera inequivocabile, come del resto perentori erano stati gli altri pronunciamenti dei tribunali amministrativi, la richiesta di sospensiva cautelare, avanzata dall’impresa, del trasferimento del contratto d’appalto tra SiGenCo e Cogip, per i lavori di completamento del Porto. Non sono inoltre stati provati nè allegati – si legge ancora nella sentenza – i presupposti di fatto che starebbero alla base della richiesta della Condotte d’Acqua a tutela del proprio presunto interesse.
sentenza porto 2Un ricorso, dunque, “smontato” da una sentenza che, tra l’altro, fuga ogni dubbio sulla competenza di giurisdizione del tribunale civile di Catania nella questione e che condanna la Società Italiana Condotte d’Acqua di Roma al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento nel confronti della curatela fallimentare di SiGenCo e dell’impresa Cogip, per 4.500 euro ciascuna. Condannate al pagamento delle spese anche altre le altre due imprese, “Bruno Teodoro Costuzioni” e “Ricciardello Costruzioni” che avevano proposto propri interventi nel ricorso, giudicati interventi volontari e tesi a far valere posizioni giuridiche autonome, dichiarati inammissibili parimenti a quello della Condotte d’Acqua. Oltre la bocciatura, dunque, la ditta Bruno dovrà pagare 3.500 euro alla SiGenCo ed alla Cogip e 2900 euro al Comune di Sant’Agata Militelo mentre la “Ricciardello Costruzioni” verserà, oltre le spese processuali, 3000 euro alle stesse due ditte e 2900 al Comune di Sant’Agata. La sentenza del Tribunale di Catania rappresenta così una ennesima conferma del corretto operato dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Bruno Mancuso che, nel Dicembre 2012, operò la presa d’atto di giunta dell’avvenuto trasferimento del ramo d’azienda tra SiGenCo, vincitrice dell’appalto, e Cogip e poi, nel Marzo 2013, pochi giorni prima delle dimissioni del primo cittadino eletto Senatore, firmò il relativo contratto con l’impresa di Tremestieri.
sentenza porto 3La parola fine sembra dunque davvero essere stata scritta, almeno sulla vicenda giudiziaria. Resta da capire adesso quale sarà, anche alla luce della sentenza, l’orientamento politico dell’amministrazione santagatese che, per tramite del Rup, ing. Basilio Ridolfo, è chiamata a produrre la documentazione a Palermo relativa all’ultima fase dei rapporti tra l’ente appaltante e la Cogip. I funzionari del dipartimento tecnico dell’assessorato regionale alle infrastrutture, nel corso dell’ultimo incontro a Palermo del 10 Settembre scorso, proprio in attesa di ricevere la documentazione che, inspiegabilmente, nell’ultimo anno, non avrebbero più ricevuto con puntualità, ha intimato all’amministrazione di non procedere ad alcun passo ufficiale se non prima di aver tracciato, proprio insieme agli uffici regionale una strada comune per giungere allo sblocco dell’opera.

 

 

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Oggi una cosa appare comunque certa e cioè che, almeno per via giudiziaria, la vicenda parrebbe potersi considerare definitivamente risolta, anche se, in questi casi, si sa, le vie della “carta bollata” sono sempre infinite.

 

 

 

 

 

 

 

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