I timbri al posto delle ruspe, firme e notifiche al posto di mattoni e cemento, giudici invece che operai, la carta bollata anziché il cantiere. Non c’è niente da fare, il destino del Porto dei Nebrodi di Sant’Agata Militello continua ad essere segnato, legato, intrappolato in una vera e propria guerra giudiziaria all’ultimo sangue dove nessuno cede un solo centimetro, dove nessuno si rassegna alle sentenze ed ai provvedimenti e prova ad esercitare tutti quegli strumenti previsti per poterla spuntare. E così, proprio quando la pronuncia del Tribunale di Catania sembrava aver messo definitivamente in quiescenza la vicenda giudiziaria per lasciare posto alle soluzioni possibili della vicenda tecnica progettuale, ecco spuntare un altro ricorso, sarà il settimo o l’ottavo, si è perso il conto, questa volta al Tribunale civile di Palermo, quinta sezione speciale per le imprese. L’appello è proposto dalla ditta Bruno Teodoro Costruzioni, patrocinata dalla legale santagatese Luana Gina Natoli. 45 pagine di argomentazioni per chiedere la dichiarazione di illegittimità del trasferimento del ramo d’azienda tra Sigenco e Cogip, per violazione del codice sugli appalti, la nullità della delibera di presa d’atto della giunta santagatese del Dicembre 2012 su tale trasferimento e di conseguenza l’azzeramento delle procedure seguite sin qui sull’appalto dei lavori di completamento del Porto. La ciliegina sulla torta di questo ennesimo ricorso, notificato al Comune di Sant’Agata Militello, alla Cogip, alla Sigenco ed alla Condotte d’Acqua, riguarda però la richiesta di risarcimento avanzata dalla ditta. Quattro milioni ottocento mila euro la richiesta avanzata dai legali di Bruno Teodoro Costruzioni, l’equivalente del 10 % dell’importo complessivo dell’opera. Il tribunale di Palermo ha già fissato l’udienza per il 30 Maggio 2015.