China la testa ai “desiderata” del Pd provenienti da Roma, cerca di accontentare tutti, è disposto per fino a rinunciare ai sui due cavalli di battaglia, Nelli Scilabra, difesa oltre il plausibile nel pieno della bufera formazione, e Michela Stancheris, la bergamasca promossa da segretaria ad assessore. Rosario Crocetta prova a tenersi stretta quella poltrona da Presidente della Regione sicilia e regala ad una regione sempre più in crisi la terza giunta in due anni esatti di presidenza. Crocetta ha risolto la crisi dopo aver fatto il pieno di “ordini” da Roma, cui ha nei fatti ceduto il passo negli assessorati chiave, con la speranza di ottenere la sua sopravvivenza politica. E così ecco piovere a Palermo due nomi forti dell’entourage di Palazzo Chigi, direttamente “suggeriti” da Graziano Delrio. Si tratta di Alessandro Baccei, che metterà le mani nei bilanci disastrati della Regione e di Marcella Castronovo, temibile e temuta funzionaria di Palazzo Chigi, con cui faranno i conti gli enti locali siciliani. Sono soltanto due le esponenti del governo Crocetta a trovare spazio nella terza ristampa, Lucia Borsellino e Linda Vancheri. L’area Cuperlo ha quindi promosso Bruno Caruso, professore di Diritto del lavoro a Catania e Cleo Li Calzi, già nello staff dell’ex sindaco palermitano Cammarata e di Raffaele Lombardo. Arrivano in giunta anche Vania Contraffatto, sostituto procuratore a Palermo, dell’area Faraone, ed Antonio Purpura, direttore del dipartimento di Economia dell’Università di Palermo, che andrà a prendere le deleghe al turismo detenute dalla Stancheris. La provincia di Messina ascrive tra gli assessori Maurizio Croce, in quota Pdr, già commissario per l’emergenza idrogeologica, che quasi certamente andrà al territorio ed Ambiente. Tra i dodici assessore del Crocetta ter il penalista Nino Caleca, legale di Totò Cuffaro e Giovanni Pizzo, promosso dala segreteria tecnica dell’assessorato alle Infrastrutture. La ciliegina sulla torta di Crocetta è il ripescaggio di Mariella Lo Bello, reduce dal brevissimo passaggio nella segreteria personale del presidente dopo la contestatissima esclusione di pochi mesi fa dalla giunta. Chissà dunque se le acrobazie politiche e gli accordi basteranno a Crocetta per garantirsi la sopravvivenza. Lo sapremo già domani quando all’Ars si aprirà la discussione sulla mozione di sfiducia. Le firme presentate sono 40, servono 46 deputati per porre fine alla sciagurata esperienza di governo. E se fossero confermate le voci di “delusi” eccellenti proprio dopo la composizione dell’ultima giunta…