“Tutto falso”, diceva lui. “Sono sorpreso della sicurezza con la quale viene sostenuta la chiusura degli uffici quando ancora è tutto da definire e quindi la preoccupazione appare eccessiva, perché l’informazione è da considerare assolutamente falsa”. Il virgolettato è del sindaco di Sant’Agata Militello Carmelo Sottile che appena poche ore fa si affannava a smentire la notizia di una imminente chiusura dell’ufficio del giudice di pace a Sant’Agata Militello, gettando come suo costume la croce addosso a chi dava la “notizia assolutamente falsa”. Tutto vero, invece, purtroppo. Il Comune di Sant’Agata Militello non ha ottemperato agli adempimenti richiesti dal decreto del 7 Marzo 2014 che prevedevano, per il mantenimento della sede del giudice di pace, che fossero i Comuni a farsi carico delle spese e dei locali per il funzionamento dell’ufficio oltreché di reperire il personale, dei propri ruoli, destinato a svolgere mansioni di supporto all’attività giurisdizionale da avviare alla fase formativa. La chiusura è arrivata puntuale come una mannaia col decreto del Ministro della Giustizia del 10 Novembre (Leggi Decreto chiusura Giudice di Pace), che avrà effetto dal quindicesimo giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Un’ennesima bocciatura per un’amministrazione comunale che, evidentemente, stando al decreto, non è riuscita ad assicurare quanto richiesto per il mantenimento del presidio del giudice di pace. “Per effetto della mancata ottemperanza, nei termini perentori prescritti, degli adempimenti di cui all’articolo 6, si rende necessario rideterminare l’elenco degli uffici del giudice di pace mantenuti con oneri a carico degli Enti richiedenti”, recita il decreto che retrocede Sant’Agata dall’allegato 1 del 7 Marzo 2014 , quello appunto che salvava alcuni uffici dietro precise prescrizioni di assolvimento di oneri a carico dei Comuni, all’allegato 2, quello degli uffici di pace da sopprimere (Allegato 2 Uffici Soppressi). Una scelta certamente non fatta a caso dal Ministero della Giustizia ma basata su una preliminare attività di ricognizione visto che , si legge nel decreto “il monitoraggio della fase formativa ha evidenziato specifiche criticità connesse sia alla consistenza numerica della dotazione di personale, sia ai requisiti professionali richiesti per assicurare adeguato supporto all’attività giurisdizionale, con particolare riferimento alla mancanza di unità con inquadramento idoneo a consentire di svolgere le funzioni proprie del cancelliere” ed ancora “valutato, in particolare, che l’attribuzione all’ufficio di una dotazione minimale risulta assolutamente insufficiente per assicurare un corretto funzionamento del servizio giudiziario, anche sotto il profilo della mancata garanzia del presidio in caso di assenza dell’unica unità assegnata”. Le responsabilità dell’amministrazione comunale, stando al decreto firmato dal Ministro Orlando, sono dunque fin troppo evidenti, altroché “complesso Piano di revisione degli Uffici giudiziari italiani”, come lo definiva Sottile nella dichiarazione che tanto suonava come mettere le mani avanti. Eppure il Comune di Sant’Agata Militello e questa amministrazione avrebbero avuto tempo e modo di evitare la chiusura dell’ufficio del giudice di pace. Oltre alla nota di cui già abbiamo scritto giorni fa, del giudice di pace coordinatore, dottor Antonio Lamonica, che evidenziava, in data 30 Settembre 2014 l’assenza della figura di assistente giudiziario e la mancanza, per gravi motivi di salute, di un operatore giudiziario di categoria B, esiste un’altra circolare, datata 8 Ottobre 2014, inviata dal Ministero della Giustizia ai Presidenti di Corte d’Appello.In quella circolare (Leggi circolare 8 Ottobre), nella quale si evidenziavano le criticità riscontrate connesse sia alla consistenza numerica del personale distaccato dai comuni sia ai requisiti professionali, il capo dipartimento Mario Barbuto invitava ad un sollecito urgente presso gli enti locali interessati sia a prevedere la destinazione di un’ulteriore risorsa per assicurare un corretto funzionamento del presidio giudiziario in caso di assenza del dipendente già assegnato, sia di individuare e trasmettere, in alcuni casi, un ulteriore nominativo con requisiti adatti per assolvere le mansioni di cancelliere.
A tale rilevo poteva essere dato riscontro con una semplice pec entro il 13 Ottobre, pena l’impossibilità di dare ulteriore corso all’istanza di mantenimento dell’ufficio del giudice di pace, come è effettivamente accaduto, tra gli altri comuni anche per Sant’Agata Militello che vede così ancora una volta mortificata irrimediabilmente la sua centralità territoriale ed assiste impotente, e non certo questa volta per colpe imputabili a chissà quale entità politica suprema o destino ineluttabile, alla spoliazione continua dei suoi presìdi storici che fino a poco tempo fa la ponevano come punto di riferimento del comprensorio nebroideo. La chiusura del giudice di pace avrà infine notevoli ripercussioni, ovviamente, su tutti i cittadini di Sant’Agata e del suo hinterland che ne avranno necessità, che adesso dovranno sobbarcarsi ulteriori spese per i trasferimenti presso altre sedi, ma anche per gli operatori del settore legale, con procedure rese ancor più complicate e con costi maggiori proprio dovute all’obbligo di spostarsi anche per semplici notifiche e deposito di documenti.
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