Si va sempre più verso un’amministrazione “monocolore” a Sant’Agata Militello, seppur con lievissime ed impercettibili sfumature. Via vai di personaggi politici (di oggi e del passato) da stanze pubbliche e studi privati del potere santagatese, la scomparsa, totale o parziale, dagli stessi palazzi di altri esponenti che, almeno sulla carta, un ruolo nell’esecutivo lo avrebbero ancora, ed altri spifferi trapelati da porte socchiuse, appaiono segnali inequivocabili di un probabile azzeramento della giunta e conseguenti avvicendamenti.
Dalla regia sarebbe giunto il “ciak” decisivo per dare il via al reality ad eliminazione, con il vice sindaco Nino Testa e l’assessore Sonia Minciullo pronti ad “abbandonare la casa”. La loro fuoriuscita dalla giunta non sarebbe certo un fulmine a ciel sereno, anzi, un temporale ampiamente annunciato dai tuoni delle continue interrogazioni e dure prese di posizione della minoranza consiliare. Al posto di Testa e Minciullo sarebbero pronti ad entrare rispettivamente Enrico Natale, primo dei non eletti nella stessa lista che aveva in Nino Testa il coordinatore, e Carmela Trovato, esponente Pd, che manterrebbe anche il posto in consiglio. In tal modo Natale rinuncerebbe anche al ricorso ancora pendente circa l’assegnazione alla lista del Pd dei voti attribuiti all’ex vice capogruppo Donato Lemma, poi dichiarato incandidabile, mentre il Pd con la Trovato estenderebbe il suo monocolore in giunta, in cui, si vocifera, l’assessore ai lavori pubblici Puleo dovrebbe assumere il ruolo di vice sindaco.
Insieme a Puleo, sarebbe quindi azzerato e riconfermato anche l’assessore Marco Vicari, per quanto da quella parte politica il rimpastone pare non sia particolarmente gradito. Dunque, mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata diceva Tito Livio, ed allo stesso modo a Sant’Agata mentre il paese affonda e tutto sembra essersi fermato ed arenato, l’amministrazione Sottile continua ad essere impegnata nelle sue beghe politiche e lotte intestine di leadership. Una coalizione dove in tanti dettano, o almeno sono convinti di farlo, tempi e contenuti di un’agenda amministrativa sempre più piegata ai desiderata di turno e mai rispondente, invece, alle esigenze di una comunità che assiste inerme al continuo passo del gambero del paese.