Il gruppo di maggioranza consiliare evita al Comune di Sant’Agata Militello l’indebitamento per i prossimi vent’anni. Uscendo dall’aula e facendo cadere il numero legale, infatti, i consiglieri di opposizione, presenti in 7 contro gli 8 a sostegno dell’amministrazione, hanno nei fatti neutralizzato la proposta della giunta Sottile di rinegoziare i mutui attualmente in carico al comune, 18 mutui per un importo residuo di 3.157.040 euro, con la Cassa depositi e prestiti. Secondo la proposta dell’amministrazione, quei mutui, da estinguere nell’arco dei prossimi 5-8 anni, sarebbero stati spalmanti nei successivi vent’anni, con scadenza 31 Dicembre 2034. La possibilità di spalmare il debito, con soluzioni da 10 a 30 anni suggerite dalla stessa Cassa depositi e prestiti, avrebbe comportato per l’ente un risparmio nominale in termini di rata da corrispondere, dagli attuali 473.410 euro annue complessive a 234.614 euro, ma allo stesso tempo avrebbe significato corrispondere ulteriori interessi per circa 900 mila euro. A fronte di ciò, il vantaggio effettivo per il Comune sarebbe consistito, solo nei primi anni, dal risparmio sulla rata ma l’indebitamento per vent’anni avrebbe comportato una sostanziale ingessatura dei bilanci futuri. Poco convincente è apparsa anche la motivazione alla base della proposta, ossia quella di reinvestire le risorse risparmiate con la riduzione della rata per non meglio precisati interventi di ristrutturazione degli immobili comunali. Di tali interventi, infatti, non esistono ancora né progetti concreti di ristrutturazione né altri indirizzi specifici che avrebbero potuto far ritenere percorribile, nel breve periodo, l’ipotesi di un vantaggio sul conseguente risparmio su fitti passivi per immobili attualmente in locazione. Al contrario, come detto, l’operazione proposta avrebbe esposto le casse comunali ad un indebitamento ventennale troppo rischioso. La scadenza per l’accesso alla rinegoziazione dei mutui era fissata dalla Cassa depositi e prestiti per il 26 Novembre, ragion per cui la mancata approvazione della manovra nella seduta urgente di Mercoledì, comporterà in ogni caso la neutralizzazione della proposta stessa. Al di là delle ragioni pratiche dal punto di vista finanziario, la maggioranza contesta anche l’impostazione politica data dall’amministrazione Sottile che, come in ogni altro argomento, appare costantemente in ritardo oltreché approssimativa:
“C’è l’estremo disagio nell’affrontare una tematica così importante in una seduta urgente e, tra l’altro, nel giorno di scadenza stabilita dalla Cassa Depositi e Prestiti per la definizione dell’operazione finanziaria – scrivono i consiglieri di opposizione – . Il sindaco non ha ritenuto di operare alcun coinvolgimento preliminare o confronto preventivo su un argomento di tale rilevanza, che produce un forte indebitamento per il comune di Sant’Agata Militello addirittura fino al 2034. La giunta che, ad oggi, non ha trovato il tempo il tempo di portare all’attenzione del Consiglio Comunale nemmeno il bilancio di previsione per l’anno 2014 – prosegue il gruppo di maggioranza – ritiene invece di dover sottoporre all’organo consiliare, all’ultimo giorno utile, una discutibile operazione finanziaria della quale il rapporto costi-benefici appare tutto da dimostrare. Non si comprendono, le ragioni per le quali la proposta di deliberazione in discussione sia stata trasmessa all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale solo in data 24/11/2014, costringendo il Consiglio ad una inopportuna riunione urgente, quando già dallo scorso mese di Settembre è stato reso noto il programma di rinegoziazione dei prestiti da destinare a investimenti o a riduzione del debito e fissato il periodo di adesione alla procedura tra il 7 ed il 26 novembre 2014. Riteniamo dunque non corretto risolvere i problemi finanziari nel breve periodo derivanti da un’evidente “mala gestio” della cosa pubblica attraverso un incremento dell’indebitamento dell’Ente con ripercussioni totalmente a carico dei cittadini santagatesi e pertanto abbiamo abbandonato l’aula per non consentire la rinegoziazione”.