L’inchiesta “Camelot”, sfociata, la mattina del 15 Febbraio, nella notifica di otto misure cautelari, non può che essere lo spartiacque che caratterizza, a partire da Febbraio, la vita amministrativa ed il dibattito politico di Sant’Agata Militello. Nel mirino della Procura di Patti finisce l’ufficio tecnico del Comune. Nei faldoni dell’inchiesta la gestione della fase progettuale di alcune opere pubbliche, in particolare, l’adeguamento della scuola Capuana, la riqualificazione di Villa Falcone e di piazzale Vicari, il completamento della casa anziani, la realizzazione dell’elisuperficie di Pianetta e, per un’iniziativa, in partnership tra vari comuni, Capri Leone capo fila, il progetto “Nebrodi ospitalità diffusa”. L’ex dirigente del settore strategia e sviluppo del Comune santagatese, ing. Giuseppe Contiguglia, viene individuato dagli accusatori come “deus ex machina” di un sistema che, secondo gli inquirenti, avrebbe garantito la gestione degli uffici di direzione lavori, degli incarichi di R.U.P e degli incarichi professionali, affidati a tecnici esterni, nell’ambito degli appalti pubblici. 47 le persone finite nella rete investigativa, un anno e mezzo (Marzo 2011 – Gennaio 2012) di intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, cimici negli uffici del Comune, acquisizioni documentali che portano alla configurazione di ipotesi di reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati contro la pubblica amministrazione, quali turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico. Gli avvisi di garanzia sono 19, poi, alla notifica di conclusione indagini di Maggio, diventano 20. Parecchi dei soggetti raggiunti da misura cautelare, hanno nel frattempo ottenuto la revoca dal Gip e la riabilitazione in libertà ed in servizio, senza alcun obbligo o vincolo. Un’inchiesta che, com’è giusto che sia, merita il rispetto dovuto e sacrosanto verso il lavoro della magistratura, di cui attendere risvolti e sviluppi, rinvii a giudizio o proscioglimenti, dibattimenti, arringhe, difese e sentenze, come nella normalità dei casi. Quell’inchiesta, invece, sovente nei mesi successivi, è stata uno dei pochi, se non l’unico, argomento di discussione politica, spesso tirato in ballo a sproposito per giustificare insuccessi e difficoltà. La “coperta di Linus” dell’amministrazione, scrivevamo a Luglio. E così, tra fotocopie brandite nei corridoi del comune, dialoghi ed intercettazioni indebitamente ed artatamente finiti tra le righe di blog personali e settimanali, di Camelot, un anno dopo, si attende l’udienza preliminare e gli sviluppi del caso.