La speranza è che adesso l’amministrazione comunale sappia giocare i tempi supplementari decisamente meglio della pessima partita giocata nei tempi regolamentari, quando uscì sconfitta con il risultato della soppressione dell’ufficio del giudice di pace. Due mesi dopo il fischio finale, l’extra time per scongiurare la soppressione della sede santagatese è concesso dal Tar di Catania che, accogliendo l’istanza sospensiva contenuta nel ricorso proposto dall’avvocato Rosario Ventimiglia per conto del comune al provvedimento di chiusura, ha dato 45 giorni di tempo al Ministero per un “riesame della posizione del comune, nei confronti del quale si potrà attivare, ove necessario, un incremento istruttorio al fine di verificare la sussistenza di tutte le condizioni prescritte per il mantenimento dell’ufficio a cura del comune”. Nel frattempo, e salvo opposizione alla sospensiva, l’ordinanza della prima sezione del Tar catanese (scarica ordinanza Tar) dovrebbe consentire la riapertura dell’ufficio del giudice di pace, almeno fino al 24 Settembre prossimo, quando è stata fissata l’udienza di merito. L’auspicio, però, come detto, è che proprio in questa finestra di tempo e di procedure, riaperta dal tribunale amministrativo, l’amministrazione dimostri di sapersi infilare, a differenza di quanto fatto fin’ora, aprendo il confronto con il ministero ed andando a occupare quelle caselle , in termini di dotazione di personale e quant’altro, che non erano state riempite entro il termine previsto dal primo decreto, quello di Marzo 2014, con cui l’ufficio del giudice di pace veniva salvato. Quei mancati adempimenti, infatti, lo ricordiamo, portarono alla chiusura disposta col decreto del Ministro Orlando del 10 Novembre 2014 (leggi articolo in archivio). Nelle motivazioni dei giudici amministrativi, si legge infatti di motivazioni troppo generiche del provvedimento del ministero e di impossibilità nel rilevare “quali siano i concreti e reali presupposti del contestato inserimento dell’ufficio del giudice di pace di Sant’Agata tra quelli soppressi” . Il Ministero, scrive ancora il Tar “non ha tenuto nel debito conto il complesso iter procedimentale incardinato, su istanza del comune ricorrente, che ha manifestato la propria disponibilità al mantenimento dell’ufficio a proprio carico, istanza inizialmente valutata positivamente dal ministero competente”.
A seguito della pronuncia del Tar, il presidente del consiglio comunale Antonio Scurria ha espresso il proprio invito all’amministrazione Sottile a non perdere quest’ulteriore treno : “Si apprende con soddisfazione dell’ordinanza del Tar che per un vizio formale e non di merito, la genericità di motivazioni del provvedimento impugnato, ha cautelativamente sospeso l’atto ministeriale di chiusura degli Uffici del Giudice di Pace. Ora è auspicabile – sottolinea Scurria – che l’amministrazione recuperi il tempo inopinatamente perduto e si metta finalmente al lavoro per interloquire con il Ministero della Giustizia al fine di giungere ad una soluzione positiva prima della decisione di merito del ricorso, scongiurando definitivamente ogni ipotesi di chiusura o accorpamento del Giudice di Pace”.