Riconoscimento degli scatti di anzianità giuridici ed economici , risarcimenti per oltre 80mila euro e pagamento degli interessi legali. Questa la sentenza emessa dal Tribunale di Patti lo scorso 6 febbraio inflitta al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca , costretta a risarcire 4 precari messinesi, tutti lavoratori nell’ambito scolastico.
Il principio a cui si appella la sentenza è quello della recente direttiva emessa ,lo scorso 26 novembre, dalla Corte di Giustizia Europea che considera la normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola contraria al diritto dell’Unione. infatti,si leggeva nella sentenza dei giudici di Lussemburgo che “La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato è contraria al diritto dell’Unione che il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare le esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato”.Una sentenza , a firma del magistrato Mauro Mirenna, di una certa portata che si incastra nel già problematico e ampio precariato scolastico di casa nostra generando,cosi, speranze ed incrementando bersagli del cosiddetto “abuso dei contratti a tempo determinato”. Il Giudice del lavoro Mirenna, del Tribunale di Patti, ha, quindi,stabilito la condanna per il MIUR-Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia a risarcire ai quattro ricorsisti le ultime 12 mensilità, oltre, al riconoscimento degli scatti di anzianità poichè non deve esistere alcuna disparità di di trattamento tra i lavoratori assunti con contratto a tempo determinato ed a tempo indeterminato.“L’utilizzo abusivo – si legge nella sentenza – da parte di un datore di lavoro pubblico, di una successione di contratti di lavoro a tempo determinato, preveda soltanto il diritto, per il lavoratore interessato, di ottenere il risarcimento del danno che egli reputi di aver sofferto a causa di ciò, restando esclusa qualsiasi trasformazione del rapporto di lavoro a tempo determinato in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, quando il lavoratore fornisce la prova di aver dovuto rinunciare a migliori opportunità di impiego”.Soddisfatto l’avv Vincenzo La Cava ,difensore dei ricorsisti. ““E’ una sentenza storica – ha dichiarato – poiché per la prima volta un Tribunale della provincia di Messina sposa il recente principio della sentenza della Corte di Giustizia Europea. Ecco perché il mio invito è rivolto a tutti i docenti ed al personale ata a promuovere ricorsi per vedersi riconoscere i loro diritti” .
Samanta Pino