L’arbitro ha perso di mano la partita (se mai per un solo giorno ce l’avesse davvero avuta in mano). Alle soglie dei ventuno mesi il conto da pagare inizia a diventare salato per un sindaco sempre più in difficoltà dal punto di vista personale e politico. Porto, rifiuti, distretto socio sanitario, servizi sociali e, oggi, l’ennesima riconfigurazione della struttura comunale, sono esempi di contraddizioni divenute insanabili. Proprio sulle ultime nomine dei capi area al comune, avanti da oltre un anno a strattoni e proroghe, sembra essersi consumato l’ultimo grande scontro interno. Spifferi di palazzo parlano di una crisi imminente, di una clamorosa presa di posizione delle forze politiche a sostegno del sindaco. Nel mirino la gestione di presunti “esperti”, consigliori “ombra” più o meno vicini, spinti oltre la soglia del consentito, che proprio sulla gestione del personale sarebbero entrati in rotta di collisione con quasi tutte le componenti del gruppo. Dopo settimane di confronti, dibattiti e anche scontri, il resoconto delle nuove nomine dei capi area, fatto apparire Domenica mattina tramite il cronista del quotidiano palermitano di riferimento dell’amministrazione, dicono abbia scatenato venti di tempesta. Staremo dunque a vedere se sarà davvero crisi o se l’ “anticiclone” avrà la meglio. Sulla gestione del personale, anche l’opposizione aveva battuto un colpo con la presentazione di una mozione. Quel documento (leggi mozione) faceva riferimento alle dichiarazioni fatte nel corso di un incontro pubblico da esponenti del locale circolo Pd sui presunti comportamenti dei dipendenti. La maggioranza, solidarizzando con i dipendenti, chiedeva quindi al sindaco di prendere le distanze o denunciare all’autorità nel caso avesse precise notizie di reato o di altri atteggiamenti punibili. Tutto questo mentre, nonostante ci sia chi si ostini a manifestare che i problemi siano un consiglio avverso e la stampa (sic!) contro, l’incontestabile cartina al tornasole è l’evidenza di un paese fermo, anzi peggio ancora, ripiombato pericolosamente indietro, dal punto di vista dei servizi, della pulizia e del decoro urbano, delle iniziative turistiche e culturali, dei lavori, della crisi del commercio, della marginalità nella governance territoriale. L’avvio di alcuni cantieri per opere pubbliche, eredità della precedente amministrazione, è davvero troppo poco. Colui che nel suo programma elettorale amava definirsi “arbitro, garante delle forze in campo” sembra essere finito in un vicolo cieco. La mancanza di leadership, la necessità di prestare il fianco ora all’una ora all’altra richiesta della “gioiosa macchina elettorale” ha portato la compagine amministrativa ad incartarsi su tutte le questioni strategiche e perdere credibilità al tavolo del confronto con le amministrazioni del territorio. Provare per credere. Chiedere alla gente per la strada, ai giovani, o meglio ancora, a chi non vive abitualmente a Sant’Agata, a chi ci torna sporadicamente o è stato lontano per qualche tempo, a chi proprio alla politica non è minimamente interessato. Basta fare un giro in una Domenica di sole ed ascoltare. La fotografia che ne verrà fuori non sarà certo lusinghiera.