Enrico Natale dentro, in attesa della decisione dopo l’udienza di merito del 23 Settembre; Rita Fachile dentro per surroga di Maria Carmela Trovato; Salvatore Zingales Alì in standby in attesa della valutazione del proprio intervento “ad opponendum”.
Sarà questo lo scenario che si aprirà in consiglio comunale dopo la decisione del Cga (leggi ordinanza cautelare) che, accogliendone la richiesta di revoca dell’ordinanza cautelare dello scorso 6 Maggio, ha riammesso Enrico Natale nel ruolo di consigliere che il Tar di Catania gli aveva conferito in qualità di surrogante dell’incandidabile Donato. Per il Cga sono infatti superate le esigenze cautelari che avevano suggerito, il 6 Maggio, l’accoglimento della sospensiva chiesta dalla Fachile.
Decisivo, ai fini della revoca di quella ordinanza, il fatto che la stessa ricorrente potrà comunque riprendere il posto in consiglio in sostituzione della Trovato, nominata in giunta. Il plenum sarà quindi ricomposto, quantomeno per i mesi estivi, mentre a Settembre la parola fine dovrebbe essere messa proprio dal Cga con la discussione nel merito del ricorso di Rita Fachile contro quella sentenza del Tar favorevole a Natale. Alla porta, come detto, c’è però sempre Salvatore Zingales Alì. L’udienza al Cga di Settembre dovrebbe chiarire anche la qualificazione del suo intervento in giudizio.
Zingales chiede, lo ricordiamo, che sia dichiarato inammissibile ed improcedibile il ricorso vinto da Natale al Tar (per svariate ragioni di natura tecnica su impugnazioni i notifiche)e che comunque gli sia attribuita la prima posizione utile tra i non eletti nella lista del Pd togliendo alla Fachile i voti ottenuti per doppia preferenza con Donato. Qualche mese ancora, dunque, e il “pastrocchio” sarà chiarito, o almeno si spera. Al di là dell’aspetto procedurale, il vero succo della questione, piaccia o non piaccia, è la confusione che regna sovrana nella gioiosa coalizione Sottile. Una coalizione nella quale Fachile e Natale sono giunti all’aperto scontro frontale e nella quale sarà quindi interessante capire il loro posizionamento. Un’amministrazione in cui bypassando ogni elementare rispetto di ruoli e funzioni istituzionali e amministrativi, si è tentato di mettere maldestramente la pezza defenestrando un assessore (che aveva lasciato il posto in consiglio consegnatole dai cittadini per consentire il ripescaggio di un candidato rimasto fuori). Un valzer di poltrone che, al di là dei legittimi, incontestabili (e mai contestati) diritti e delle sacrosante aspirazioni di ogni singola persona, ricorrente o meno, non fa che evidenziare il piccolo cabotaggio di un gruppo che ben poco ha da offrire alla città, ed ancor meno ha saputo offrire in due anni, se non il mastice elettorale che l’ha tenuto insieme e quel continuo perenne esercizio di sventolio di spettri.