Confondere e nascondere inefficienza ed approssimazione dell’ operato amministrativo. Se “Camelot”, lo scrivemmo già in passato, è la “coperta di Linus” sotto cui ripararsi al piovere dei fallimenti sulle opere pubbliche, il “buco nero” nei conti del Comune è invece per il sindaco e la sua amministrazione il paravento della mancanza di programmazione economica e strategica. Estate e Natale, per lo più, sono le stagioni preferite per tirare fuori la storia del “buco nero” , e non sarà un caso, visto che proprio in quei mesi i paragoni con le realtà limitrofe, in termini di iniziative, eventi e programmazione, diventano impietosi. Così, ecco partire la soffiata al quotidiano di riferimento, ecco il titolo a nove colonne, il post al vetriolo, ed il gioco è fatto.
Un messaggio forte e chiaro che parte da Palazzo Faraci all’indirizzo della cittadinanza, che più o meno suona così: “Non lamentatevi perché non abbiamo i soldi per fare di meglio”. Poi, invece, quando qualcuno fa notare come gli altri paesi, che certo non si può dire navighino nell’oro visti i tempi che corrono, comunque riescono a mettere su programmi di un certo rispetto, non solo comuni storicamente leader nel turismo ma anche piccoli centri, allora ecco la freccia avvelenata che parte dell’arco. “La colpa è degli altri”, in primis del consiglio comunale nemico, del presidente “poco super molto partes”, poi, in ordine di importanza, della struttura comunale avversa e della stampa cattivona, di trombette, tromboni, salotti e divani. Una solfa che fortunatamente ormai tutti, o quasi, hanno imparato a riconoscere ed a cui pochi credono ancora. Che le casse comunali siano asfittiche non è un mistero, e non è nemmeno un’invenzione di Sottile questo è chiaro. La logica del buon amministratore, però, suggerirebbe di adoperarsi proprio per rendere meno amara la pillola per i propri cittadini, ammesso che chi governa sappia dove e come adoperarsi. A quanto pare, i nostri lo sanno ben poco, o meglio, lo sanno fino ad un certo punto. Sarà per questo che le risorse spuntano puntualmente e magicamente fuori quando si tratta di garantire ordinanze “straordinarie” per affidamenti vari. Nel confondere le cose sembra invece siano maestri dalle parti del municipio. Come quando non meglio precisate responsabilità vengono addossate al consiglio comunale per il penoso stato del bilancio. Peccato però che sia tutta loro, anche questa volta, la responsabilità di un bilancio che viene presentato con cronico e disarmante ritardo. Anche quest’anno, alla data attuale, nessuna proposta in ordine al bilancio è giunta all’ufficio di presidenza e l’ente (chissà con quanto dispiacere) continua ad operare in dodicesimi. In parole povere, come può essere colpa del consiglio se non ci sono soldi per le manifestazioni estive a bilancio, o per qualunque altro servizio, se l’amministrazione quel bilancio non l’ha redatto?
Come informa il presidente del consiglio Antonio Scurria, che ha scritto una nota all’Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, “la giunta comunale, a tutt’oggi, non ha provveduto ad adottare né lo schema di bilancio né il programma triennale delle opere pubbliche che, com’è notorio, costituisce allegato al bilancio di previsione degli enti locali. Tutto ciò – scrive Scurria – non consente ai consiglieri nemmeno il potere di iniziativa sulla proposta”.
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