Francesca Picilli è stata condannata dalla Corte d’Assise di Messina a diciotto anni di carcere per l’omicidio preterintenzionale del fidanzato Benedetto Vinci, avvenuto nel 2012. I giudici hanno dunque escluso la volontà di uccidere ma hanno evidenziato l’efferatezza della condotta della ragazza comminando il massimo della pena per l’omicidio preterintenzionale. Escluse le attenuanti generiche, incompatibili le aggravanti. Francesca Picilli non andrà comunque in carcere dopo la sentenza di primo grado visto che per la corte non sono state rilevate le esigenze cautelari. Per lei permarrà l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria. I giudici hanno quindi condannato la ragazza al pagamento di 110 mila euro di provvisionale per le parti civili, rappresentate dagli avvocati Giuseppe Mancuso ed Alessandro Nespola, in attesa della quantificazione in sede civile. Riconosciute provvisionali di 50 mola euro in favore della madre di Benedetto Vinci,25 mila euro per ciascuna delle due sorelle del giovane deceduto e 10 mila euro in favore della zia paterna. 13 mila 200 euro le spese legali da risarcire per le costituite parti civili oltre le spese processuali. Novanta giorni il tempo precisto per il deposito delle motivazioni. La ragazza, difesa dall’avvocato Nino Favazzo, ha reso dichiarazioni spontanee in aula respingendo l’accusa sui presunti caratteri violenti della sua indole.