La Sicilia, come sempre resta a guardare. Attonita, stupita, incredula, confusa ed incosciente, la terra baciata dal sole, accarezzata dal mare e ricca di bellezze impareggiabili, costretta ancora una volta a fare da triste scenario al prolungarsi di una farsa tragicomica protrattasi ormai sin troppo a lungo. La Sicilia assiste inerme ed impotente al consumarsi del suo sfascio economico, sociale, produttivo, turistico. Il governo, quello che nel 2012 si era proposto come portatore del cambiamento, garante di una rivoluzione che avrebbe dovuto sovvertire il destino, segnato, dell’isola, cade a pezzi proprio così come a pezzi è già ridotta l’intera regione, li fuori dal palazzo, in ogni ambito dell’attività umana.
Nel giro di una settimana tre assessori hanno abbandonato la giunta, sono saltati giù da un nave su cui stavano veleggiando verso lo schianto. L’addio di Lucia Borsellino, assessore alla salute, un cognome pesante nella bilancia politica di Crocetta, fa più rumore delle altre due messe insieme, quelle di pochi giorni prima, di Leotta e Caleca. Il “caso Tutino”, il medico personale di Crocetta, primario di Villa Sofia, arrestato per truffa, è solo il paravento dietro cui la Borsellino ha celato le sue dimissioni “politiche”. “Non ci sono più le condizioni per proseguire”, ha detto la Borsellino. Emblematico il fatto che quest’addio sia giunto adesso, dopo aver resistito a polemiche e cicloni ben più pesanti, su tutti la tragedia della piccola Nicole. A stretto giro, molti sono pronti a scommetterci, potrebbero arrivare altri addii dalla giunta. Il risultato inequivocabile è quello di un governo regionale allo sbando, di una Regione senza nessuno al comando, o peggio, nella quale l’unica regola è il caos . Come se non bastassero le bocciature sulle finanziarie, le riforme sbandierate e mai applicate, la confusione nella quale sono rimasti uffici e dipartimenti, Lui, il presidentissimo, non fa una piega, ribatte colpo su colpo. Anche mentre si accorge che la ciurma va via via disertando, il comandante è sempre più convinto che la colpa di tutto sia sempre degli altri, di avversari, denigratori, oscuri sovvertitori, nemici collusi eccetera eccetera… (a proposito, sembra ricordare vagamente qualcuno in ambito locale).
Alla gente siciliana non restano che le amare considerazioni, l’accorgersi di un declino che, purtroppo, rischia di segnare per sempre il futuro di una terra bellissima e maledetta. Quella rivoluzione tanto sbandierata forse c’è davvero stata. Peccato che la direzione sia stata decisamente errata. Il comandante, Rosario Crocetta da Gela, l’uomo “nuovo” del riscatto siciliano, piuttosto che condurre la sua nave su una rotta in cui il vento soffiasse forte di poppa, quella nave pare averla trascinata definitivamente alla deriva
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