Toni e reazioni forti, da una parte e dall’altra. La notifica dell’avviso di conclusione indagini e contestuali avvisi di garanzia a Brolo nei confronti di 31 persone, indagate nell’ambito dell’inchiesta su mutui, appalti fantasma e movimenti di denaro, ha riacceso il fuoco della polemica, per la verità mai sopita. Il primo ad intervenire con un proprio comunicato è l’onorevole regionale, ed ex sindaco, Giuseppe Laccoto, nome eccellente tra quelli raggiunti da avviso di garanzia:
“Ripongo , come sempre , la massima fiducia nell’operato della magistratura, mettendomi immediatamente a sua disposizione”, ha detto Laccoto. “Evidenzio da subito, comunque, che basta leggere con attenzione il provvedimento per rilevare che la mia persona è assolutamente estranea a qualsiasi ipotesi di reato che si possa collegare con mutui, mandati di pagamento e maneggi di denaro in genere. Sono chiamato in causa come componente della Giunta Municipale, nel 2009, solo per aver approvato la procedura concorsuale relativa alla progressione verticale per la copertura di un posto di istruttore amministrativo. Una semplice presa d’atto che ogni giunta compie come atto politico e non come organo di gestione. Tra l’altro, alla selezione riservata a personale interno hanno preso parte 15 dipendenti ed essa è stata regolarmente affissa all’albo. Le contestazioni nei confronti della giunta di cui facevo parte nascono dal fatto che, stranamente, come si legge nel provvedimento della Procura e diffuso dalla stampa, l’avviso di pubblicazione, di esclusiva competenza degli uffici, non sarebbe stato rinvenuto agli atti del Comune. Chiederò immediatamente di essere sentito dal Procuratore della Repubblica, per chiarire la mia posizione, ma vado avanti con la certezza di poter guardare fieramente negli occhi i miei concittadini per aver sempre servito con onestà la comunità di Brolo”.
Di tutt’altra caratura l’intervento del deputato regionale Ncd Nino Germanà:
“Un tentativo politico-mafioso di affossare la città di Brolo, usandola come epicentro di un malaffare che passa da imbrogli e sperpero di denaro pubblico. Di questo si è trattato”, così il deputato regionale, onorevole Nino Germanà, commenta la vicenda . “Hanno fatto i loro porci comodi, inventando appalti mai concretizzatisi per lavori pubblici che non sono mai neanche stati cantierati, il tutto alimentando un malaffare senza precedenti, nel comune nebroideo. Un comune che sta cercando di rimettersi in piedi dopo essere stato ridotto nelle peggiori condizioni debitorie possibili. Oggi chiedo alle più alte cariche dello Stato di interessarsi ed impegnarsi in prima linea perché un’amministrazione virtuosa come quella oggi al timone dell’Ente non sia lasciata sola in questa delicata e importantissima operazione di recupero economico ed etico della città. E, allo stesso tempo”, conclude il parlamentare,”esprimo il mio augurio a quei giovani consiglieri brolesi di opposizione, affinché, con coscienza, smettano di farsi manovrare da chi è fautore dei guai nei quali la città si è ritrovata, andando nella direzione dell’interesse personalistico, a discapito della comunità”.