Sara e Ginko non potrebbero essere più diversi: lei, figlia di ricchi borghesi, giovane, carina, educata, con un futuro assicurato, lui di professione tatuatore, musicista heavy metal, figlio di nessuno, indipendente e dal forte carattere. Niente li accomuna, niente li lega.
Eppure dal loro incontro fortuito nasce improvvisa e fortissima un’attrazione irresistibile, perché Sara è una slave, una sottomessa, e Ginko un master, il dominatore che prenderà subito in mano le redini della sua vita e darà loro il deciso strattone che Sara attende da sempre.
Per lui la brava bambina di papà rivolterà completamente la sua esistenza, seguendo i propri impulsi e la propria vera natura, legata a un guinzaglio invisibile, fatto d’amore e di erotismo travolgente, che la porteranno a esplorare territori sempre più lontani, sempre più pericolosi, fino a conoscere i propri limiti, quelli oltre i quali il suo guinzaglio non può tendersi. Perché un guinzaglio ha due estremità, e chi lo tiene in pugno non è meno prigioniero di chi ne viene guidato.
Ginko non è meno succube della sua slave di quanto lei lo sia di lui, in un rapporto di simbiosi nel quale ciascuno dei due ha bisogno dell’altro, per realizzare la propria natura segreta e reale.
E, quando questo guinzaglio finirà per spezzarsi, le conseguenze saranno imprevedibili, per entrambe le sue estremità.
Prima di dire la mia su questo romanzo – che amo – voglio avvisare che non è una lettura facile e soprattutto non adatto ai minori. Qui si parla di erotismo allo stato puro, di sesso sadomaso e di dominatori e sottomesse. Quindi, davvero, consigliato a un pubblico dalla mente aperta!
La particolarità di questo racconto autoconclusivo e fortemente erotico è il fatto che, essendo ambientato in Italia, fa capire quanto “certe cose” possano accadere anche nell’appartamento a fianco. O sotto ai vostri stessi occhi, senza che ve ne rendiate conto. Il Marchio, titolo emblematico finché non si legge almeno metà del romanzo, racconta di una giovane ragazza di città che viene da una buona famiglia, la cui vita è già stata decisa da tempo: un buon lavoro come banchiera, un fidanzato che piace a mamma e papà, calze coprenti sotto a un perfetto completo grigio. Una ragazza che ha tutto, economicamente, ma a cui manca qualcosa di essenziale.
Dall’altra parte c’è Ginko, tatuatore, capelli lunghi, occhi scuri e, ovviamente, tatuato. Un uomo ribelle, un musicista, un uomo… a cui piacciono cose particolari. Cose che però, conoscerà solo Sara, perché, appunto, Ginko sa tenerle per sé. Fino a che i due non si incontrano –Sara dovrebbe ringraziare a vita il fratellino! – lei vive nel suo limbo, poi un solo sguardo, e tutto cambia.
Capisce che il suo mondo non è fatto di pizzi e merletti, o di salmone e caviale. Ma di semplicità, di sacrifici, e, sotto le coperte, di manette e fruste.
Come si svolge il romanzo? Non lo dirò, anche perché, ripeto, il tasso di erotismo è veramente elevato, ma è un qualcosa di scomodo, per certi versi, sconvolgente. Aurora, l’autrice, va dritta al punto, non ci gira attorno, non usa virgolette per parlare di qualcosa che potrebbe “guastare la buona presentazione del suo libro”, lei va al sodo e fa centro. Ho letto e riletto questo romanzo almeno quindici volte, e l’ho amato tutte e quindici le volte. Molti lo hanno definito “troppo forte”, ed è vero. Ma il bello sta in questo: ogni romanzo, ogni storia, ha da raccontare qualcosa. Sara e Ginko parlano della loro storia d’amore, superando il tabù del sesso estremo; per leggere un romanzo come Il Marchio credo bisogni avere bene a mente quello che significa “rischiare”, e soprattutto non farsi pregiudizi prima di chiudere l’ultima pagina. Io, fin dal primo capitolo, mi sono ritrovata immersa in una meravigliosa storia d’amore che mi ha presa con forza e non mi ha fatto più dormire per notti intere! Un amore così totale da farti desiderare che fosse tutto vero! Perché, oltre all’erotismo, si avverte soprattutto il sacrificio, l’amore, la devozione e il totale abbandono di una donna al proprio uomo.
Consigliatissimo, quindi, che sia estate o inverno, che siate maschi o femmine, che siate bigotti o aperti. Non ve ne pentirete, lo amerete esattamente come lo amo io.
Elisa Gentile