Nelle scorse settimane è stata al centro del dibattito politico regionale e nazionale, suo malgrado, per le rivelazioni che le riguardavano in merito alla presunta conversazione intercettata, tra il medico Matteo Tutino, agli arresti domiciliari, ed il presidente della Regione Crocetta. “Va fermata. Come suo padre!”. Questo il contenuto scandalo pubblicato dal settimanale “L’Espresso” su cui si è aperta una polemica rovente. Adesso Lucia Borsellino, dimessasi proprio in quei giorni da assessore regionale alla sanità, finisce sotto scorta. La decisione è del comitato per l’ordine e la sicurezza del Ministero dell’Interno. Lucia Borsellino sarà seguita nei suoi spostamenti, in auto blindata, da due agenti. La decisione, secondo quanto si apprende, sarebbe stata presa alla luce dell’attività svolta in questi ultimi anni dall’ex assessore nel campo della sanità regionale siciliana. Nei mesi scorsi Lucia Borsellino ha presentato diversi esposti ed è stata ascoltata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal pm Luca Battinieri in merito alle indagini sul primario di Chirurgia Plastica di Villa Sofia, Matteo Tutino, finito agli arresti domiciliari. La Borsellino si era dimessa il 2 luglio scorso «per ragioni – aveva scritto – di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più inconciliabili con il mio mandato». La famiglia della Borsellino ha accolto con sorpresa l’assegnazione della scorta e dell’auto blindata. Si tratta di una decisione che, a giudizio dei familiari, avrebbe avuto senso quando Lucia Borsellino era in carica. In assenza di una spiegazione ufficiale, la decisione viene messa in relazione a una generica indicazione di rischi che sarebbe stata fatta da una «fonte» riservata.
Fonte Ansa