L’undici Maggio era stata condannata a quattro anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia e tentata estorsione e da quel giorno era rimasta reclusa presso la Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo. Ma ora il Tribunale del Riesame di Messina, in attesa del giudizio d appello, ha deciso di rimettere in libertà la giovane che adesso ha soltanto il divieto di portarsi in Acquedolci e cioè nel paese dove risiedono i suoi familiari. La ventinovenne Antonietta Barone era stata accusata dalla madre di vari reati che vanno dalla tentata estorsione ai maltrattamenti anche se poi, in occasione del processo, ha rimesso la querela a suo tempo proposta. Ciò però non ha impedito al Giudice Monocratico del Tribunale di Patti, in sede di giudizio abbreviato, di infliggere alla ragazza la pena di quattro anni di reclusione. Le successive istanze di libertà sono sempre state rigettate e così la ragazza, ormai in carcere da quattro mesi, ha deciso di appellarsi al Tribunale del Riesame di Messina che ha accolto l’istanza e l’ha rimessa in libertà. La Barone però non potrà portarsi in Acquedolci.
La vicenda suscitò particolare clamore nel piccolo centro nebroideo sia per la gravità del fatto ed anche perché la famiglia Barone è ben conosciuta e la notizia dell’arresto della ragazza, operato dai Carabinieri di quella stazione al comando del M.llo Porracciolo, fece subito il giro dei media locali. Particolare soddisfazione per il risultato raggiunto è stata espressa dai due difensori della Barone, gli Avvocati Benedetto Ricciardi e Giuseppe Mancuso, i quali confidano in un ribaltamento della sentenza di appello.
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