Sappiamo che qualcuno a Sant’Agata Militello si dedica insistentemente a veicolare voci incontrollate sull’esito di una singolare vicenda giudiziaria che riguarda il nostro sito internet ed i consiglieri comunali di opposizione. Pur non avendo ancora ricevuto alcuna notifica ufficiale, ci siamo documentati e, in attesa di notifiche ufficiali, proviamo a spiegare come stanno le cose. Dunque, avremmo offeso l’onore ed il decoro di Starvaggi Paolo, Puleo Giuseppe Antonino e Donato Lemma Marco.
Per questo il decreto penale di condanna, (per il codice: risponde alle esigenze di massima semplificazione ed economia processuale. Si caratterizza per l’assenza dell’udienza preliminare e del dibattimento e per la possibilità di instaurare un giudizio sulla sola base degli atti delle indagini preliminari presenti nel fascicolo del pubblico ministero) riguarda i dieci consiglieri comunali di opposizione (tutti tranne il presidente Scurria) firmatari di un’interrogazione consiliare nella quale chiedevano all’amministrazione perché non si fosse costituita in giudizio nell’appello presentato nel Settembre 2013 dalla Società Italiana Condotte d’Acqua di Roma al Cga che respinse poi il ricorso) sulla vicenda dell’appalto per l’ultimazione del Porto. Quell’interrogazione, come i denuncianti stessi scrivono nella querela presentata alla Polizia il 10 Dicembre 2013, viene riportata da numerosi organi di stampa, giornali, tv e siti internet. All’esposto vengono così allegati i pezzi che riportavano quell’interrogazione di Gazzetta del Sud, Giornale di Sicilia e SantAgata InForma, quindi, i denuncianti querelano i dieci consiglieri e… il direttore di SantAgata InForma, destinatario di analogo decreto di condanna (sebbene ancora non notificato). La condanna, pena sospesa, prevede una multa e non un risarcimento nei confronti di qualcuno. E così, se ai consiglieri vengono contestati i passaggi dell’interrogazione, per altro strumento proprio della carica pubblica che ricoprono, noi avremmo invece avuto la colpa di pubblicare quella interrogazione. Ovviamente, nel pieno e assoluto rispetto e fiducia nella magistratura, la vicenda proseguirà nelle aule del tribunale, con l’opposizione al decreto di condanna e la revoca per la celebrazione di un giusto processo. Vi terremo informati!
Nel frattempo, però, il destino del Porto ha continuato ad attraversare le sedi giudiziarie. Secondo quanto agli atti, a corredo di quell’esposto, qualche mese dopo (primi 2014 post Camelot), alcuni dei denuncianti avrebbero reso ulteriori dichiarazioni alla Polizia sulle procedure d’appalto del Porto, tirando in ballo incarichi, illegittimità, sentenze e tanto altro. Quindi, un anno e mezzo dopo (Maggio 2015) era l’assessore Giuseppe Puleo a tessere una nuova trama nella tela di Penelope del Porto. E’ già, perché proprio nei giorni in cui il Rup Basilio Ridolfo era al lavoro, superando aspre contrapposizioni, per venire fuori dall’empasse, nel pieno rispetto delle leggi ed a tutela del Comune e, ovviamente, della buona riuscita dell’opera, l’assessore Giuseppe Puleo presentava un altro esposto alla Procura. Un sollecito ad intervenire sulla vicenda ed un’ennesima ricostruzione giudiziaria di passaggi e sentenze amministrative . Ma tra le pagine dell’esposto dell’assessore Puleo quello che oggi più ci colpisce è il riferimento critico proprio all’uso della querela per diffamazione, operato, lamentava Puleo, da esponenti della precedente amministrazione: ” Va inoltre rammentato – scrive Puleo alla Procura – come sia un’abitudine politica, e non soltanto un mero esercizio del diritto di difesa, l’utilizzo della querela da parte di alcuni soggetti politici santagatesi (..)e d’altronde, diverse querele per diffamazione sono state presentate anche nei confronti di consiglieri comunali di opposizione o avversari politici, o ancora di blogger che cercano di entrare nel dibattito politico con le loro inchieste e considerazioni sulle vicende riguardanti il comune di Sant’Agata Militello”. Come non essere d’accordo !
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