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Maltempo e allerta meteo. Ecco come funziona il sistema d’emergenza

“Allerta meteo”…  Un termine che, da qualche anno,  è divenuto sempre più di uso comune visti i ripetuti e straordinari eventi atmosferici e meteorologici. La diffusione dei bollettini meteorologici e gli avvisi di “allerta meteo” da parte della Protezione civile sono però spesso finiti al centro della polemica. C’è chi ha parlato di abuso di tale strumento e  di allarmismo ingiustificato, i più critici hanno letto nel continuo ricorso alle allerta meteo un presunto “esonero di responsabilità” da parte dell’autorità preposta, una sorta di “uomo avvisato mezzo salvato”. Vero è che a far scalpore, ed in alcuni casi ad alimentare la polemica, più che l’allerta meteo è la straordinaria frequenza e facilità con cui  si ricorre a provvedimenti drastici preventivi, come chiusura di scuole ed uffici, che alla fine producono un effetto panico incontrollato. Proprio in relazione alle polemiche riguardo il sistema di allerta meteo, è stato lo stesso responsabile della protezione civile siciliana, ingegnere Calogero Foti, a spiegare, in una nota stampa, come funzione la macchina organizzativa e dell’emergenza.

calogero foti protezione civile“Il Centro funzionale centrale (Dipartimento Nazionale della Protezione civile) – spiega Foti –  di regola entro le 11:30, invia le valutazioni numeriche, cioè le previsioni meteo con la quantificazione delle piogge previste (da un minimo a un massimo) in un arco di tempo. In tale arco di tempo le precipitazioni previste potrebbero cadere in un’ora così come essere distribuite nell’intero arco di tempo. Le previsioni meteo sono riferite a Zone di Vigilanza Meteo molto ampie; per esempio la ZVM 37 abbraccia le nostre zone di allerta A e I (Sicilia nord-orientale, da Catania a Messina a Capo d’Orlando); la ZVM 38 comprende il bacino del Simeto e la Sicilia sud-orientale, etc.
Il Centro funzionale Decentrato (Dipartimento regionale della protezione civile) confronta quei quantitativi previsti con le soglie critiche delle diverse zone di allerta; tali soglie critiche sono rappresentate, conformemente allo studio effettuato da ARPA Piemonte 2004 per conto del DPC, dalle curve di possibilità pluviometrica, elaborate su base statistica partendo dalle precipitazioni storiche di massima intensità. Se le soglie superano le curve con tempo di ritorno di 2 anni, si è in GIALLA; se sono comprese tra le curve a 5 anni e 20 anni, si è in ARANCIONE; se superano le curve a 20 anni, si è in
ROSSA. Tutto ciò è “statuito” da una direttiva approvata in Giunta
preventivamente approvata dal Dipartimento della Protezione Civile
nazionale.  Alla dichiarazione di livello di allerta per rischio idrogeologico e/o
idraulico occorre che i Comuni attuino le fasi operative corrispondenti previste dai piani di protezione civile locali. Il rischio idraulico è riferito ai bacini idrografici più grandi (tipicamente, oltre i 100 kmq) in quanto nei piccoli bacini gli attuali criteri di calcolo non consentono attendibili responsi in ordine alla predicibilità dei fenomeni alluvionali. Pertanto, per i bacini idrografici più piccoli e per i centri urbani, convenzionalmente ci si riferisce al generico “rischio idrogeologico”. Pertanto, a un livello di allerta ROSSA non corrisponde automaticamente la chiusura delle scuole, ma, a ragion veduta, soltanto la chiusura di quelle ricadenti in un’area a rischio idraulico o di quelle che per essere raggiunte attraversano zone a rischio idraulico. In ogni caso rientra nel potere decisionale dei  sindaci, autorità locali di protezione civile. È opportuno che i cittadini seguano le norme comportamentali. L’allerta è stato diramato in modo corretto e gli eventi accaduti lo dimostrano. In ogni caso trattasi di previsioni e in atto non è possibile stabilire con esattezza l’orario di un evento meteo avverso come, invece, in ogni città sarebbe possibile determinare l’orario di transito dei bus. Infine, in ordine a quanto diffuso da alcuni organi di stampa si precisa che il Dipartimento regionale della protezione civile pubblica gli avvisi sul suo sito, unica fonte ufficiale. Non è stato istituito alcun gruppo WhatsApp. È possibile, tuttavia, che qualche dipendente,in modo autonomo e inopportuno, ne abbia, creato qualcuno diffondendo attraverso esso notizie non ufficiali.  La diffusione di tali notizie appare soltanto un’altra delle tante occasioni utilizzate per screditare il lavoro di funzionari e dirigenti della Protezione civile che anche nei giorni festivi e in orari extra lavoro, senza obbligo alcuno, ma con spirito di sacrificio ed esempio di professionalità, sono diuturnamente impegnati nel controllo del territorio e nell’attività di assistenza ai cittadini e ciò evidenzia che anche nell’amministrazione regionale, spesso a ragione dileggiata per comportamenti assunti da dipendenti poco coerenti con le funzioni agli stessi assegnati e coinvolti da scandali, esiste una parte sana vicina ai cittadini e impegnata a collaborare nella trasformazione positiva di questa Regione”.

Alberto Visalli

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