Ricorrono 50 anni (13 Novembre 1965) del passaggio al Cielo di Mons. Giuseppe Zappalà, pastore amato e stimato della nostra Chiesa dal 1920 al 1965, uomo di elevato spessore umano e cristiano che ha scritto delle belle pagine in periodi anche molto critici per la storia del nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo socio-politico della nostra cittadina. Mons. Giuseppe Zappalà nacque a Sant’Agata Militello il 16 maggio del 1883 e nel 1907 fu ordinato sacerdote. Riceve una bella eredità spirituale dallo zio Mons. Carmelo Sancetta, Sacerdote di notevole spessore culturale e religioso, espertissimo oratore, conosciuto anche oltre lo Stretto. Sono tempi difficili quelli in cui opera l’Arciprete Zappalà, a cavallo tra le due guerre, e caratterizzate dal difficile periodo nazi-fascista.
Lo scrittore Vincenzo Consolo, in una sua prefazione di un libro su Sant’Agata, lo definisce: “burbero-benefico”, perché uomo severo a causa della sua formazione anche militare,ma che nasconde un animo generoso, caratterizzato da pietà umana che un vero seguace di Cristo deve realizzare. E’ ricordato ancora dagli anziani per i gesti di solidarietà, il sostegno concreto che dava alle famiglie in difficoltà, le patate e la frutta che offriva ai bambini che affollavano la stradina antistante la sua casa. Carattere forte e tenace, non ostante le difficoltà del tempo, completò le opere consegnategli, come l’opera più grande e più bella della nostra Sant’Agata, cioè la Chiesa Madre che rifinì con impegno e delicato stile architettonico, affidando la committenza a nomi insigni del tempo, esperti architetti e maestranze. Provvede infatti a rifinire l’interno e l’esterno della chiesa in maniera semplice rispettando lo stile neoclassico e abbellendo le pareti dell’abside con stupendi affreschi. Costruisce l’ufficio parrocchiale e la sacrestia. Inaugura solennemente la Chiesa che dedica a San Giuseppe. Ricostruisce la chiesetta di Contura diroccata, e provvede all’assistenza religiosa delle numerose frazioni, garantendo anche la celebrazione della santa Messa in alcuni periodi dell’anno. Collabora con le signorine Giulia e Caterina Zito, benefattrici dell’opera Salesiana a Sant’Agata, e decidono insieme di far venire i Salesiani di Don Bosco che arrivano nel 1935. Segue in prima persona i lavori della costruzione dell’istituto salesiano e della cappella annessa. Si preoccupa costantemente della vita spirituale dei parrocchiani e diffonde la fede in Gesù, unico salvatore. Implementa L’Azione Cattolica, affida ai padri Salesiani e alle Figlie di Maria Ausiliatrice l’educazione e la formazione delle giovani generazioni. Sente forte il dovere della evangelizzazione e invita gruppi di religiosi per la predicazione in Quaresima e per particolari ricorrenze. Sono note le missioni religiose dei padri Passionisti (1929-1940) di cui è ricordo la grande Croce in ferro posta al centro della strada per Vellebruca, poi rimpicciolita e ancora esistente in via Medici, davanti al palazzo Sciortino. E la solenne Peregrinatio Mariae del 1954, in occasione dei 100 anni del Dogma dell’Immacolata Concezione, con la collocazione sul colle Telegrafo della preziosa statua in marmo bianco di Carrara, della Madonna Immacolata, posta il alto, a protezione della città. Partecipa alla vita sociale e politica del paese, spronando i cattolici all’impegno e al servizio per la realizzazione del bene comune. Si può senza dubbio affermare che non ostante la sua formazione non fosse del tutto ispirata alla democrazia e ai sistemi di partecipazione sociale, fu sempre, sin da giovane, vicino alle masse e soprattutto ai più bisognosi. Cappellano militare, parte per il fronte, è ferito ma appena può, ritorna in trincea con i soldati. Riceve la Croce di Guerra e la medaglia di bronzo al V.M. E’ cavaliere della Sacra Corona. E’ Monsignore per volontà papale ed è nominato Prelato Domestico di Sua Santità. I santagatesi ne onorarono la memoria con solenni funerali. In suo ricordo è stata posta una lapide con la sua immagine all’interno del Duomo di Sant’Agata. Successivamente, su iniziativa del suo successore Mons. Antonino Spiccia, a lui è stata intitolata la biblioteca parrocchiale che contiene più di quattromila volumi. Le sue spoglie mortali riposano nella tomba di famiglia, preziosa opera di arte funeraria del nostro cimitero vecchio, che raffigura una stupenda Pietà. Domenica, 15 novembre, nel salone parrocchiale della chiesa madre, alle ore 17.00, l’attuale Parroco, p. Daniele Collovà, terrà una commemorazione in sua memoria, a seguire la S. Messa. Non possiamo dimenticare la Bontà del Signore che si serve dei suoi figli per realizzare tante opere buone e tra questi, i Sacerdoti che operano nel suo Nome.
Gianni Caldiero