Invocata, sospirata, desiderata non già soltanto da una parte politica ma da una città intera che annaspa schiacciata da trenta mesi di mal governo. Ecco la mozione di sfiducia al sindaco Carmelo Sottile, colui che amava definirsi “arbitro” ma che ha perso presto di mano le redini di una partita in cui, trenta mesi dopo, è Sant’Agata la grande sconfitta. Dieci firme, quelle dei consiglieri di opposizione Barbuzza, Gumina, Barone, Fazio, D’Angelo, Indriolo, Befumo, Sanna, Ortoleva e Pedalà che inchiodano sul banco degli imputati politici l’amministrazione Sottile. Dal “affaire rifiuti” all’incredibile record di finanziamenti persi ed opportunità sfumate nei lavori pubblici, dal caos che regna nella struttura comunale alle mancate risposte su grandi temi come servizi sociali e cultura, cimitero, commercio, manutenzioni, sport e turismo. Dal “grande pasticcio” del giudice di pace alla “improvvisazione” nella gestione del bilancio e nella programmazione economica. Ce n’è davvero per tutti i gusti nella mozione di sfiducia per inchiodare Sottile &Co. Torneremo per spulciare punto per punto, passo per passo, i temi trattati dalla mozione e proveremo a capire se , come dicono loro, si tratta solo di “fomentare”, o se effettivamente si tratti di temi reali, di problemi della città che nessuna “coperta di Linus” può nascondere. Dieci firme che dovranno , potranno, forse diventare quattordici voti in aula (c’è tempo dal 8 al 28 Gennaio) per porre fine alla disastrosa parentesi amministrativa di Carmelo Sottile sindaco.