Sarebbe morta da una settimana circa per cause naturali. I suoi resti sono stati trovati questa mattina al’interno di un casolare, nel quale viveva, nei pressi di una cava d’inerti sul torrente Rosmarino. C’erano solo alcuni brandelli del corpo della donna, una settaquattrenne slava, che da decenni si era stabilita in quel luogo. Per tutti era Cristina , anche se il suo nome era Stela Brkanovic
Il suo cadavere è stato dilaniati dai cani randagi che accudiva da tempo. A dare l’allarme alcuni dipendenti della cava che da una settimana non avevano più visto la donna.
Nessuno era riuscito a mandarla via di lì. L’impresa aveva persino fatto segnalazioni ripetute alle autorità competenti, ma niente. Lei voleva rimanere lì, voleva accudire i cani randagi pur rimanendo in uno stato di assoluto degrado ed in condizioni igienico sanitarie spaventose. Sul posto i Carabinieri della stazione di San Marco d’Alunzio, i Vigili Urbani ed il personale del dipartimento veterinario dell’Asp di Sant’Agata Militello. Il ritrovamento raccapricciante, oltre il dispiacere per la triste fine della donna, ha riaperto una ferita sempre attuale sul sempre più dilagante fenomeno del randagismo sul territorio dei Nebrodi.