Avrebbero potuto spendere il loro tempo certamente in modo più proficuo, chissà, magari approfondendo il discorso con gli uffici Iacp di Messina e tornare con qualcosa di più concreto nelle mani per l’utilità della città. Invece, come spesso accade, i solerti amministratori di Sant’Agata piuttosto che “amministrare” preferiscono impiegare il loro tempo , oltreche a darsele di santa ragione per un posto in giunta, ad organizzare conferenze stampa e altri vari eventi comunicativi, per propinare le loro “contestabili” verità, per inseguire, rispondere, rintuzzare streghe e presunti detrattori che ormai vedono ovunque, come nel peggiore degli incubi. E così il sindaco Sottile e l’assessore Puleo non hanno perso tempo a rispondere a quanto “ascoltato” degli interventi del dibattito di sabato scorso sulla vicenda legata alla realizzazione degli alloggi per giovani coppie in contrada Telegrafo. Un iter che, secondo quanto sostengono gli amministratori, si sarebbe impantanato a causa di una errata scelta da parte della vecchia amministrazione del sito, che sarebbe ricadente in zona R4 ad altro rischio idrogeologico. In realtà, pare che l’IACP abbua trasmesso il progetto architettonico al comune ad ottobre 2013, salvo poi accorgersi che mancava la relazione geologica a cui ha provveduto il comune a Dicembre 2013. Il geologo incaricato, dott.ssa Caterina Cucinotta, rispetto ad una localizzazione dei fabbricati già effettuata, non poteva non segnalare la presenza di una zona a rischio idrogeologico. Come precisato dal Presidente del consiglio Antonio Scurria, intervenuto alla conferenza, però, solo una minima parte dell’area, quella più a sud, a suo tempo individuata dal Consiglio Comunale per la realizzazione degli alloggi, ricade sin dal lontano 2006 in zona a rischio idrogeologico, con livello R4. Ecco come il Presidente del consiglio, nonché geologo, ha smentito le affermazioni di Sottile e Puleo: “ La superficie complessiva dell’area ceduta dal Comune all’IACP nel 2012 è di circa 4.500 metri quadrati a afferma Scurria – per cui non dovrebbe risultare eccessivamente complicato posizionare utilmente i fabbricati in progetto nella zona non interessata dal dissesto. È, pertanto, destituita di ogni fondamento – prosegue Scurria – la tesi secondo cui il sito individuato dal Consiglio Comunale nel 2012 non era idoneo dal punto di vista geomorfologico o idraulico. Non si comprende, invero, come sia stato possibile prevedere, con tutta l’area che c’era a disposizione, il posizionamento di uno o più corpi di fabbrica, circostanza appresa solo stamane, proprio all’interno dell’esigua zona perimetrata dal PAI (Piano Assetto Idrogeologico), senza escludere preventivamente ogni possibile interferenza proprio con quella porzione di territorio che risulta inedificabile “ope legis”. Nessun vincolo di natura urbanistica pone, infine, la legge in ordine ad una ulteriore “fascia di 20 metri” intorno alla zona in dissesto, come affermato pubblicamente dall’assessore Puleo, in quanto detta fascia, istituita nel maggio del 2015, non amplia la zona a rischio in termini di inedificabilità ma classifica cautelativamente l’area come “sito di attenzione”, non limitativo, comunque, rispetto a qualunque tipo di intervento infrastrutturale. Alla luce di quanto sopra, ho chiesto al sindaco di convocare immediatamente un tavolo tecnico con tutti gli enti e i professionisti interessati al fine di addivenire, nel più breve tempo possibile, alla definizione di un procedimento amministrativo fermo incomprensibilmente da troppo tempo. Per parte mia ho dato disponibilità, qualora si ritenga, a fornire il mio modesto contributo, sotto qualunque forma, per la risoluzione definitiva della questione e per realizzare i 18 alloggi a suo tempo previsti, senza improbabili rimodulazioni o stravolgimenti del progetto che penalizzerebbero solo la nostra comunità”.