Il senatore Bruno Mancuso ha presentato un’interrogazione al Ministero dell’Economia sulla questione dell’Imu collegata ai bilanci armonizzati dei comuni. “La chiusura dei conti del 2015, ovvero del primo anno “armonizzato”, ha portato ad alcuni enti locali un’amara sorpresa al momento della definizione degli accertamenti relativi all’Imu – afferma Mancuso – . I nuovi criteri contabili, infatti, limitano l’accertamento dell’entrata alle somme effettivamente incassate: l’applicazione rigida di questa norma rischia di creare grossi problemi ai comuni, che si ritroveranno disavanzi di amministrazione e sforamenti del patto di stabilità. Vincolare i bilanci di previsione alle somme certe al momento del rendiconto vuol dire mettere in forte difficoltà i comuni, che rischiano di dover applicare pesanti tagli, con gravi conseguenze sui servizi erogati ai cittadini.
Senza contare – prosegue il Senatore – che visto il momento di crisi economica diversi contribuenti si sono spinti a differire il più possibile il versamento del tributo. Nel previgente ordinamento contabile, il principio contabile n. 2 ammetteva invece diversi criteri per l’accertamento delle entrate tributarie, tra i quali vi era «l’acquisizione della denuncia», vale a dire la possibilità di accertare l’entrata sulla base delle risultanze della banca dati comunale del tributo. Si chiede pertanto al Ministro – conclude Mancuso – se intenda estendere l’applicabilità di tale criterio anche a Imu e Tasi, quantomeno nei casi in cui si registrino improvvise contrazioni del gettito storico, dovute a cause contingenti non imputabili all’ente, al fine di evitare imprevedibili disavanzi di amministrazione e pesanti conseguenze sul patto di stabilità e sui nuovi equilibri di bilancio”.
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