È giunto al terzo appuntamento il “Conversazioni Festival 2016”, promosso dalla Fondazione Mancuso Onlus. Domenica, scorsa, presso il Circolo “Dante Alighieri”, a Sant’Agata Militello, lo scrittore Claudio Morandini ha presentato il suo ultimo romanzo “Neve, cane, piede” edito dalla Exòrma, Roma, 2015.
A porgere i saluti di benvenuto, il Vice Presidente della Fondazione, Salvatore Mancuso ed il segretario della stessa, Nino Morabito.
A conversare con l’autore lo stimato professore e critico letterario Domenico Calcaterra che, come nei precedenti incontri, è riuscito abilmente ad “avvicinare” i presenti al romanzo ambientato in un vallone isolato delle Alpi.
Claudio Morandini è nato ad Aosta nel 1960. Dopo anni di radiocommedie, ha scritto alcuni monologhi per il teatro, tra cui Ostriche e Una romantica donna del Nord. Ha poi pubblicato i romanzi Nora e le ombre (2006), Le larve (2008) e Rapsodia su un solo tema – Colloqui con Rafail Dvoinikov (2010). Nel 2011 ha scritto il romanzo breve Il sangue del tiranno per la collana Inchiostro rosso di Agenzia X. Nel 2012, con il romanzo A gran giornate, è stato inserito, primo italiano, della collana di narrativa Tam tam delle Edizioni La Linea di Bologna. Il racconto Le dita fredde – The Cold Fingers compare nell’antologia bilingue Santi. Lives of Modern Saints(Baltimora, 2007); la novella Fosca si trova in Nero Piemonte e Valle d’Aosta. Geografie del mistero (2010); il racconto Cupio dissolvi compare in Prendi la DeLorean e scappa (2015). Altri testi sono apparsi su riviste o sono disponibili in rete. Nel 2012 ha scritto i testi delle Dodici variazioni sul sangue per il compositore e pianista Simone Sbarzella. Nel 2014 per i cantanti Marta Raviglia e Manuel Attanasio ha scritto il libretto de Gli oscillanti. Sul blog “Iperboli, ellissi” (ombrelarve.blogspot.com) si occupa di libri e altro. Collabora con il blog Letteratitudine, per il quale ha già animato il forum su musica e letteratura, e con le riviste online FuoriAsse, Diacritica e Zibaldoni e altre meraviglie.
Ma torniamo a “Neve, cane, piede”che, come ha precisato l’autore, Claudio Morandini “per temi, situazioni, qualità dei personaggi … è un breve romanzo di montagna, alla maniera degli scrittori svizzeri che alla vita sulle Alpi si sono dedicati, in particolare Charles-Ferdinand Ramuz”.
Nel romanzo, spiega Morandani, “un vecchio montanaro, Adelmo Farandola, fa vita da eremita ed è probabilmente sulla via della demenza; vive in un alpeggio diroccato, in un vallone privo di attrattive e ingombro di detriti che d’inverno si riempie di neve ed è bloccato dalle valanghe fino alla primavera avanzata. Conduce un’esistenza quasi ferina, contento di quel poco che riesce a procurarsi come può. Per tenersi ancor più lontano dalla presenza degli uomini, d’estate sale a isolarsi in un bivacco in abbandono lontano da ogni giro turistico. Gli fanno compagnia, suo malgrado, un cane ciarliero, un giovane guardiacaccia, e le voci delle presenze che la sua mente genera nell’ozio dei lunghi mesi di isolamento invernale.
Adelmo potrebbe continuare così fino alla morte, ma un giorno di primavera vede spuntare un piede d’uomo dal fronte di una valanga. Aspetta di saperne di più, e veglia su quel piede, lo difende dai corvi e dagli altri animali, perché qualcosa gli suggerisce che potrebbe aver conosciuto quel poveretto, o addirittura che potrebbe essere stato proprio lui, Adelmo, causa di quella morte. Questa la vicenda principale, di cui si tace il finale. Nonostante tutto ciò che è stato detto finora, Neve, cane, piede è un libro francamente comico”.
Dopo alcuni interventi, il Vice Presidente della Fondazione, promotrice dell’evento, Salvatore Mancuso, ha ringraziato l’autore, il professore Calcaterra ed i convenuti.
Il prossimo appuntamento del “Conversazioni Festival 2016”… il 10 luglio con “Fervore” di Emanuele Tonon.
Alberto Visalli