I piedi sono una parte del nostro corpo verso la quale, spesso, prestiamo poca attenzione. Per un paziente diabetico, tuttavia, la cura dei piedi è della massima importanza. Il diabete scarsamente controllato, infatti, influisce negativamente sul piede sia perché riduce la circolazione sanguigna in quel distretto (arteriopatia), sia perché danneggia i nervi, riducendo ad esempio la sensibilità tattile, dolorifica e termica (neuropatia). Di piede diabetico parliamo oggi con la dott.ssa Rosalia Zingale, specializzata in endocrinologia e malattie del ricambio indirizzo Diabetologico.
Dott.ssa Rosalia, come definire il piede diabetico e quali le cause?
Il piede diabetico viene definito dalla presenza di una ulcerazione o da distruzione dei tessuti profondi che si associa ad anomalie neurologiche e a vari gradi di vasculopatia periferica. La neuropatia periferica e vegetativa sono le più frequenti condizioni associate al piede diabetico, poiché non solo danno luogo a una riduzione della sensibilità, ma predispongono anche a ripetuti traumatismi del piede, frequente causa delle lesioni. Le alterazioni della cute (secchezza ed edema) dovute alla neuropatia vegetativa e la riduzione della sensibilità favoriscono l’ulcerazione. Inoltre, la neuropatia determina modificazioni dell’appoggio plantare, con formazione di ipercheratosi. La vasculopatia periferica, a sua volta, predispone alla comparsa dell’ulcera poiché compromette la vascolarizzazione degli arti e si associa a un’incidenza 2-4 volte più elevata di amputazioni. Numerosi studi hanno, inoltre, dimostrato l’importanza dell’appoggio plantare e della biomeccanica nella genesi della lesione. La comparsa di deformità del piede dipende da alterazioni della struttura dei tessuti dovute a diverse cause, fra le quali la neuropatia e la glicosilazione non enzimatica delle proteine, responsabili di alterazioni della pressione d’appoggio plantare.
Quali i fattori di rischio?
È stato stimato che il 15% dei pazienti diabetici sviluppa una lesione al piede nell’arco della propria vita. Il piede diabetico rappresenta, inoltre, la prima causa di amputazione non traumatica degli arti ed è un frequente motivo di ricovero in ospedale per il paziente diabetico. Il rischio di ulcere e/o amputazioni è aumentato, in particolare, in pazienti che presentano:
- precedenti amputazioni
- storia di ulcere ai piedi
- neuropatia distale
- deformità ai piedi
- vasculopatia periferica
- visione ridotta
- nefropatia diabetica
- scarso controllo glicemico
- fumo di sigaretta.
Quali i segni ed i sintomi?
I segni e sintomi che possono manifestarsi comprendono: dolore, alterazioni della sensibilità, piedi freddi, gonfiore, intorpidimento, arrossamenti, lesioni al piede o alla caviglia, alterazioni del colorito della pelle, difficoltà nella deambulazione, febbre.
È possibile fare prevenzione e quali le terapie?
Le strategia terapeutiche si basano sull’adozione di: trattamenti topici con medicazioni che variano in base allo stato della lesione; scarico della lesione ulcerativa attraverso l’uso di appositi gambaletti o calzature in grado di ridurre la pressione a livello della volta plantare; terapia antisettica e/o antibiotica in presenza di lesioni infette; infine, interventi chirurgici di rivascolarizzazione si rendono necessari in presenza di lesioni ischemiche. La migliore cura resta, tuttavia, la prevenzione! Il diabete scarsamente controllato e pericolosamente sottovalutato, costituisce un concreto rischio non solo per la salute del piede ma anche per la vita stessa del paziente. Le evidenze scientifiche hanno dimostrato che una strategia di intervento finalizzata alla corretta gestione dei fattori di rischio, alla cura complessiva quotidiana del piede (accurata pulizia del piede e delle unghie, uso di calzature appropriate) e alla sorveglianza della comparsa di alterazioni del trofismo e dell’integrità, sì è dimostrata in grado di ridurre il numero delle amputazioni di oltre il 50%. L’educazione del paziente è, dunque, parte integrante della strategia preventiva del piede diabetico. Con cadenza annuale tutti i pazienti diabetici dovrebbero essere sottoposti a un esame completo del piede per identificare una condizione di rischio: notizie anamnestiche di precedenti ulcere, sintomi di neuro o di arteriopatia, diminuzione del visus, uso di tabacco e un esame obiettivo attento per valutare l’integrità della cute, la presenza di deformità. La riduzione della percezione della pressione tattile con monofilamento e della sensibilità vibratoria sono i test più sensibili e specifici di rischio di ulcere podaliche. La visita del piede, infine, deve includere anche lo screening per la vasculopatia periferica basato sull’anamnesi e sull’esame clinico dei polsi periferici.
Ringraziamo la dott.ssa Rosalia Zingale per la sua collaborazione.
Alberto Visalli