Viene a raccontarci trionfante che ha “salvato la Sicilia” dal baratro quando in realtà ha sacrificato l’autonomia finanziaria sancita dallo Statuto rinunciando inoltre a tutta una serie di contenziosi finanziari con lo Stato in cambio di quei famigerati 500 milioni che verosimilmente non arriveranno prima del prossimo anno, mentre le casse dei comuni sono ormai letteralmente all’asciutto.
Viene a darci lezioni di legalità, sostenendo di aver “liberato la Sicilia”, nel frattempo nomina il suo avvocato personale come presidente della società partecipata Sas (Servizi ausiliari Sicilia), già scelto per un’altra azienda regionale, la Società patrimonio immobiliare, riconferma la super funzionaria Patrizia Monterosso, condannata dalla Corte dei conti, nel ruolo segretario generale e non si costituisce (nonostante il parere favorevole dell’Avvocatura dello stato) contro il suo medico Tutino, a processo per truffa peculato e falso. Eccola la Sicilia di Rosario Crocetta, il presidentissimo che, come se non bastasse, ci regala, in quest’avvio di estate, l’ennesima gravissima emergenza rifiuti. I comuni sono già stati avvisati dell’imminente rischio emergenza. Le ditte che gestiscono la raccolta hanno già scritto ai Comuni che non vogliono responsabilità se i cancelli della discarica restano chiusi e gli auto compattatori tornano pieni a casa. Un’emergenza che si ripropone da anni, generata dall’indecifrabilità e dall’inconsistenza amministrativa di una Regione protagonista solo di clamorosi annunci e colossali dietrofront. Sullo sfondo l’ultimo scontro con le istituzioni dello Stato.
Il Ministero dell’Ambiente ha minacciato di ritirare l’intesa raggiunta qualche settimana addietro proprio perché Crocetta non ha rispettato gli accordi. Roma ha già chiesto il ritiro dell’ordinanza del 30 Giugno. Insomma, un altro pasticcio, un po’ come è stato negli ultimi due anni per la sbandierata riforma delle province, bocciata e ribocciata e che ad oggi è di nuovo nel mirino di osservazioni da parte del Governo su termini di eleggibilità dei candidati a Presidente del Liberi Consorzi di Comuni e possibilità nello statuto di eleggere il sindaco con elezione diretta. Eccola la “Sicilia Liberata” di Crocetta, tra caos ed errori, nomine ed incoerenze, default e… immondizia.
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