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La Presbiacusia, quando l’orecchio inizia ad “invecchiare”

Come hai detto … morta? No … no, ho detto torta, quella che si mangia! Ecco cosa potrebbe accaderci in caso di presbiacusia, scambiare una torta per una morta! Ma che cos’è la presbiacusia? Perché si manifesta? Quali le possibili terapie? Di tutto questo parliamo con il dott. Sandro Gazia, specialista in Otorinolaringoiatria e Audiologia.

Dott. Sandro abbiamo voluto introdurre con un sorriso  l’argomento che oggi tratteremo, ma scientificamente cosa si intende per presbiacusia?

presbiacusiaPer presbiacusia si intende il fisiologico indebolimento dell’ udito provocato da fenomeni di invecchiamento dell’apparato uditivo. Si tratta di un’ipoacusia di tipo neurosensoriale bilaterale simmetrica progressiva a lento decorso. Anche se alcune delle alterazioni  caratteristiche della presbiacusia possono instaurarsi prima, la perdita di udito che ne deriva può essere rilevabile solo dopo i 30 anni e solo dopo i 60 può iniziare a costituire un lieve impedimento alla vita di relazione. Inizialmente, infatti, l’ipoacusia interessa, ed in modesta misura, solo le frequenze più acute, al di fuori del campo della voce umana. Oltre i 60 anni si accentua la perdita sulle frequenze acute e cominciano ad essere leggermente interessate anche le frequenze medie e gravi. I soggetti si accorgono di udire meno bene certi suoni familiari, come il battito dell’orologio, il canto degli uccelli, il suono del campanello di casa e del telefono, etc. In seguito l’ipoacusia si aggrava in tutto il campo tonale e compare una certa difficoltà alla comprensione della voce di conversazione, specialmente in particolari circostanze e cioè in ambiente rumoroso e soprattutto quando più persone parlano contemporaneamente (fenomeno del cocktail-party). Questo fenomeno dipende in parte dal fatto che il presbiacusico avendo un udito relativamente più efficiente sulle basse frequenze , risente maggiormente l’effetto mascherante del rumore ambiente, ed è anche conseguenza di alterazioni centrali (cerebrali) che rendono più difficile l’identificazione di messaggi verbali incompleti.

Quindi il passare degli anni porta inesorabilmente ad un indebolimento uditivo?

L’entità dell’ipoacusia può variare notevolmente da un soggetto all’altro, specie nell’età media, restando però sempre caratteristica della presbiacusia la bilateralità e la simmetria. Esiste anche un’apprezzabile variabilità in rapporto al sesso, alla razza, a fattori ambientali ed a cause concomitanti. A pari età, la perdita di udito provocata dalla presbiacusia è infatti più rilevante negli uomini che non nelle donne e nella razza bianca che non nelle altre razze, ed in particolare in quella negra. Altri fattori, quali l’alcool, il tabacco, l’arteriosclerosi e l’ipertensione, gli stress, diabete etc., possono contribuire ad accelerare o ad aggravare la perdita di udito da presbiacusia: si tratta sostanzialmente di tutte quelle cause che contribuiscono ad accelerare il processo di invecchiamento dell’intero organismo. A queste se ne deve aggiungere  un’altra e cioè il rumore. Dal confronto tra popolazioni che vivono in città industrializzate  ed altre che vivono in zone  con basso livello di rumore ambiente, è stato infatti ampiamente dimostrato che il rumore, anche quando non raggiunge livelli tali da provocare lesioni per traumatismo sonoro, accelera ed aggrava sensibilmente la perdita di udito da presbiacusia.

In pratica, quale parte dell’apparato uditivo viene danneggiato?

Alterazioni legate a fenomeni di invecchiamento sono state descritte in ogni parte dell’orecchio e delle vie acustiche, dal padiglione auricolare fino alla corteccia cerebrale. La membrana timpanica può avere un aspetto normale, ma di solito è meno elastica, più rigida. Queste modificazioni, unitamente a quelle, più modeste, della cassa timpanica possono aumentare l’impedenza (resistenza al passaggio dell’onda sonora) dell’orecchio medio e contribuire, sia pure in modesta misura, a provocare l’ipoacusia (diminuzione dell’udito).

Nell’orecchio interno sono state descritte alterazioni degenerative che provocano la scomparsa di una parte delle cellule ciliate (cellule che trasformano il segnale sonoro in impulso chimico). Si osservano alterazioni degenerative anche a carico delle cellule nervose. C’è anche una riduzione del numero delle fibre del nervo acustico e delle cellule e dei neuroni dei centri e delle vie acustiche centrali.

Esiste una terapia per riparare questi danni?

Ovviamente non esiste terapia perché, quando una cellula nervosa  è morta, non c’è terapia medica o chirurgica che possa ristabilire la funzione che è venuta a mancare; è opportuno invece parlare di prevenzione: quello che si può fare è cercare di rallentare il processo di invecchiamento dell’intero organismo, e quindi anche dell’orecchio, attraverso un’igiene di vita e di un’alimentazione corretta e cercando di eliminare o  di ridurre tutte quelle cause concomitanti sopra elencate e che possono aggravare e anticipare la presbiacusia.

Quale aiuto si può fornire al paziente presbiacusico?

L’ aiuto è costituito dalla protesizzazione acustica, anche se i risultati sono di solito inferiori a quelli che si possono avere in soggetti giovani con uguale perdita di udito. Nel presbiacusico ci sono infatti anche le alterazioni centrali sopra descritte, che rendono difficile la comprensione  di un messaggio verbale anche quando giunge all’orecchio con intensità sufficiente. Non si deve però essere troppo pessimisti perché,  nella maggior parte dei casi, se la correzione protesica è fatta bene (meglio se con protesi binaurale e digitale) ed il soggetto è stato ben addestrato ad usarla, i vantaggi saranno evidenti, consentendo il reinserimento in una normale vita sociale di individui che, altrimenti, ne sarebbero emarginati.

Ringraziamo il dott. Sandro Gazia per la sua collaborazione.

Alberto Visalli

 

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