Necessità di superare quel bicameralismo paritario che per decenni ha rappresentato una “palla al piede” per la macchina legislativa del parlamento. Ridefinire i rapporti di competenze tra lo stato centrale e le Regioni, per rendere l’Italia più spigliata e a misura d’uomo nei molteplici ambiti dell’attività umana, troppo spesso ingolfati proprio dalle differenze normative tra i territori. Dare maggiore rappresentatività ai cittadini nelle istituzioni, e maggiore rappresentatività dei territori all’interno del nuovo Senato della autonomie.Tutto questo senza intaccare in alcun modo i principi fondamentali ed i baluardi democratici della carta costituzionale, che non vengono toccati dalla riforma. Sono le principali motivazioni che portano a leggere “in positivo” la riforma costituzionale che il popolo italiano è chiamata a confermare (votando SI), o viceversa respingere (col voto NO), al referendum del prossimo 4 Dicembre.
Le ragioni “tecniche” del SI e la necessità di votare una riforma per lo sviluppo e la competitività dell’Italia, sono state espresse nel corso di un incontro al Castello Gallego organizzato dal comitato promotore del SI, coordinato dal consigliere comunale Achille Befumo. Al tavolo dei relatori il Senatore Bruno Mancuso, il professore Antonio Arena, dell’Università di Messina ed il direttore dell’agenzia nazionale giovani Giacomo D’Arrigo.
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