Sono stati 4210 i voti per il NO, pari al 68,12% dei votanti, mentre le preferenze per il NO, 1970, si attestano su uno scarno 31,88%. E’ questo il responso delle urne di Sant’Agata Militello per il referendum costituzionale, dove hanno votato 6231 persone, parti al 60,26% dei 10339 aventi diritto. Un risultato che non si discosta dal trend generale in tutta la Sicilia, oltreché ovviamente in Italia. In nessun comune del messinese ha prevalso il SI, neanche nelle roccaforti degli esponenti locali del Pd.
In mattinata il Senatore di Area Popolare Bruno Mancuso, tramite un proprio comunicato, ha così commentato il responso delle urne. “Il risultato del referendum è netto ed inequivocabile, una sconfitta chiara di Renzi che non lascia spazi a letture diverse ma che genera riflessioni sul prossimo scenario politico interno e sul ruolo dell’Italia in Europa”. “Sono convinto – prosegue Mancuso – che l’Italia abbia perso un’opportunità di cambiamento, ma il referendum purtroppo era carico di un significato politico troppo forte per essere valutato diversamente. Un voto pro o contro Renzi. Ha vinto il no con un vantaggio tale da non lasciare scelte a Renzi, dimissioni e crisi di governo. Credo che, a questo punto, il Presidente della Repubblica debba puntare ad un governo di transizione per cambiare l’Italicum e fare la legge elettorale del Senato e poi subito al voto in primavera”.
“Il risultato del referendum è netto ed inequivocabile, una sconfitta chiara di Renzi che non lascia spazi a letture diverse ma che genera riflessioni sul prossimo scenario politico interno e sul ruolo dell’Italia in Europa”. “Sono convinto – prosegue Mancuso – che l’Italia abbia perso un’opportunità di cambiamento, ma il referendum purtroppo era carico di un significato politico troppo forte per essere valutato diversamente. Un voto pro o contro Renzi. Ha vinto il no con un vantaggio tale da non lasciare scelte a Renzi, dimissioni e crisi di governo. Credo che, a questo punto, il Presidente della Repubblica debba puntare ad un governo di transizione per cambiare l’Italicum e fare la legge elettorale del Senato e poi subito al voto in primavera”.
