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Acne, una dermatosi dell’adolescente e non solo

L’acne è una malattia infiammatoria della pelle estremamente frequente, che colpisce approssimativamente l’85% degli adolescenti. Si tratta di una condizione a carattere cronico, che interessa l’apparato pilo-sebaceo e che si manifesta clinicamente con un’eruzione cutanea polimorfa (comedoni, papule, pustole, noduli, cisti), elettivamente localizzata nelle aree ricche di ghiandole sebacee (viso, parte alta del tronco e del dorso, terzo superiore del braccio). Colpisce indistintamente entrambi i sessi, con manifestazioni più severe nei maschi che nelle femmine, verosimilmente per influenze di natura ormonale. La maggior parte degli individui ha sofferto di acne durante il periodo puberale, andata incontro a risoluzione spontanea nell’età adulta. Occasionalmente, la patologia può persistere oltre tale età o addirittura insorgere tardivamente. Sono, altresì, limitati i casi di acne neonatale. Andiamo a scoprire cause, forme e possibili terapie dell’acne intervistando la dott.ssa Roberta Giuffrida, Dermatologa.

Dott.ssa Giuffrida, quali sono le cause dell’acne e i meccanismi che la determinano?

L’acne è il risultato dell’interazione di un insieme di fattori (genetici, ormonali, microbiologici, immunologici, ambientali, emozionali). Una predisposizione ereditaria sembrerebbe rivestire un ruolo fondamentale, ma non è stata ancora chiarita la modalità di trasmissione. Nella genesi delle lesioni acneiche, a livello del follicolo pilo-sebaceo, intervengono essenzialmente tre condizioni:

  1. a) ipersecrezione sebacea (produzione eccessiva di sebo da parte delle ghiandole sebacee, la cui attività è regolata principalmente dagli ormoni androgeni e, in particolar modo, dal testosterone libero di origine testicolare, dal deidroepiondrosterone e dal Δ4-androstenedione di provenienza surrenalica), che clinicamente si manifesta con una pelle “grassa”, lucida e untuosa;
  2. b) iperproliferazione dei cheratinociti (le cellule maggiormente rappresentate nell’epidermide);
  3. c) aumentata attività della flora microbica degli infundiboli pilari, principalmente rappresentata da un batterio anaerobio, noto come Propionibacterium acnes.

Lo sbocco del follicolo pilo-sebaceo va via via incontro a ostruzione, ostacolando così il drenaggio del sebo; a livello della superficie cutanea, ciò si apprezza come comedoni aperti (“punti neri”) o chiusi (“punti bianchi”). In tal modo, si crea un microambiente anaerobio adatto alla proliferazione del suddetto microrganismo, il quale produce un enzima, la lipasi, che idrolizza i trigliceridi presenti nel sebo in acidi grassi liberi, estremamente irritanti per le pareti follicolari, che insieme ad altri fattori prodotti dalla restante flora microbica residente favoriscono l’instaurarsi di una risposta infiammatoria. Le pareti del follicolo vanno così incontro a rottura e il contenuto (sebo, batteri, cheratina, acidi grassi) si riversa nel derma, favorendo la propagazione dell’infiammazione e l’evoluzione clinica della malattia (dalla forma comedonica si passa alle varianti papulosa, papulo-pustolosa, nodulo-cistica, fino alla possibile formazione di cicatrici).

Esistono forme particolari di acne?

Oltre alla forma classica di acne (acne giovanile) un tempo comunemente definita acne volgare, caratterizzata da lesioni infiammatorie e non, più o meno dolorose, diffuse nelle aree seborroiche di adolescenti geneticamente predisposti, esistono altre varianti particolari, che si differenziano da questa per  età di comparsa, sedi coinvolte, cause e decorso clinico.

L’acne neonatorum, ad esempio, fa il suo esordio alla nascita o nei primi giorni di vita, con lesioni per lo più papulo-pustolose alle guance, al naso e alla fronte.  E’ una forma transitoria e autorisolutiva, correlata alla persistenza di ormoni androgeni materni transplacentari. L’acne femminile tardiva è, invece, tipica della donna adulta, potendo o meno rappresentare la perpetuazione di un’acne giovanile. Si presenta con papule, pustole e noduli soprattutto a livello delle regioni mentoniera e mandibolare. In questo caso, è importante valutare bene la paziente con indagini appropriate, specialmente in presenza di altre manifestazioni cliniche (turbe del ciclo mestruale, alopecia di tipo maschile, irsutismo, aumento di peso), per escludere un’eventuale patologia endocrina sottostante. Talora, l’acne può essere aggravata o addirittura indotta da farmaci (acne iatrogena). Hanno questa capacità gli androgeni, i corticosteroidi topici o sistemici, gli antitubercolari, gli alogeni, alcuni antidepressivi e antiepilettici, gli immunosoppressori e talune vitamine del gruppo B. L’acne escoriata, tipica delle giovani donne, è legata allo stato di angoscia indotto dalla presenza di lesioni acneiche anche di minima entità, tale da portare a grattamento e spremitura compulsiva con unghie o altri strumenti. Si caratterizza per escoriazioni emorragiche e cicatrici. Anche il solo appoggio reiterato delle mani sul viso o ad esempio il casco negli sportivi, per un fenomeno di sfregamento meccanico continuo, può portare alla comparsa di manifestazioni acneiche (acne meccanica). A volte, sono alcune categorie di lavoratori a essere maggiormente a rischio di acne (acne occupazionale). E’ il caso di chi è esposto, per motivi professionali, a derivati del catrame, idrocarburi clorurati (“cloracne”) e olii minerali. Tra le sostanze esogene, è bene, altresì, ricordare taluni cosmetici dotati di attività comedogenica (acne cosmetica). Nei soggetti predisposti, che soggiornano o sono residenti in aree con clima caldo-umido o francamente tropicale, spesso si ha un peggioramento della malattia (acne tropicale). L’acne aestivalis, anch’essa tipica delle suddette condizioni climatiche, è più un’eruzione acneiforme (papule follicolari a esordio improvviso, generalmente localizzate alle spalle, agli arti superiori, al collo e al décolleté) che insorge nella stagione estiva e dopo esposizione al sole o a lampade UV. Con il termine acne inversa si fa riferimento a una variante particolare e talora severa, caratterizzata dall’associazione variabile di acne nodulare, seni e cisti pilonidali della piega inter-glutea, lesioni infiammatorie croniche in aree ricche di ghiandole apocrine (ascelle, regione ano-genitale) e a livello del cuoio capelluto. Infine, ricordiamo una rara e grave forme di acne, definita acne fulminans, quasi esclusiva del sesso maschile e dell’adolescenza. L’esordio è acuto con lesioni nodulo-cistiche suppuranti e ulcerazioni, associate a manifestazioni sistemiche (malessere, febbre, artromialgie diffuse, leucocitosi e VES elevata). Spesso insorge dopo l’introduzione di isotretinoina nel trattamento di un’acne papulo-pustolosa.

Che impatto psicologico ha nel paziente questa dermatosi?

A causa del coinvolgimento del viso, pur essendo da molti considerato “solo” un problema estetico, l’acne è spesso responsabile nei giovani di disagi psico-sociali di vario tipo, che vanno da piccole insicurezze e minor fiducia in se stessi a una distorta percezione del proprio corpo (dismorfofobia) e stati ansioso-depressivi di notevole entità. Tali risvolti psicologici vengono altresì accentuati dagli esiti discromici e cicatriziali che persistono dopo la risoluzione delle manifestazioni acneiche.

Dott.ssa Giuffrida, quali sono le terapie impiegate per questa patologia così diffusa?

Le terapie a disposizione del dermatologo sono numerose. Per una giusta scelta terapeutica, tuttavia, bisogna tener conto del tipo di lesioni cutanee e delle cause che le determinano, dell’entità e dell’evoluzione della patologia, nonché dell’impatto psicologico sul vissuto del paziente. Il trattamento deve, pertanto, essere personalizzato e avere come obiettivi la riduzione della seborrea, la rimozione dell’ostruzione al drenaggio follicolare, l’azione sulla colonizzazione batterica e la prevenzione degli esiti cicatriziali. Nelle forme di acne lieve o lieve-moderata, solitamente, si ricorre a trattamenti topici (antibiotici quali la clindamicina e l’eritromicina, retinoidi come la tretinoina, l’isotretinoina e l’adapalene, il benzoilperossido, l’acido azelaico), spesso combinati tra loro. Nelle forme moderate e moderate-severe è necessario il ricorso a terapie sistemiche (antibiotici della famiglia delle tetracicline, terapia ormonale, isotretinoina) associate o meno a prodotti (detergenti, creme o gel) per uso locale. L’isotretinoina orale è il farmaco che ha apportato una vera e propria svolta nel trattamento dell’acne severa; la sua efficacia clinica è, infatti, estremamente elevata. Ricordiamo, tuttavia, che il suo uso è gravato da numerosi effetti collaterali, tra cui la teratogenicità, che richiedono una serie di accertamenti laboratoristici da eseguire prima e durante il trattamento, con obbligo di contraccezione.

Ringraziamo la dott.ssa Roberta Giuffrida per la sua collaborazione

 Alberto Visalli

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