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Viale Regione, com’era…com’è. Due anni e mezzo per cancellare il lungomare!

Fa davvero impressione oggi recarsi sul lungomare, o per meglio dire, quello che resta del lungomare, ed osservare la distruzione di quello che un tempo era un fiore all’occhiello della città di S.Agata Militello. Più che impressione fa, però, davvero rabbia accorgersi di come siano trascorsi, sotto gli occhi di tutti, due anni e mezzo da quel primo crollo del 23 Ottobre 2014, senza che nessuno abbia fatto qualcosa per evitare che ciò accadesse. Allora, due anni e mezzo fa, a venir giù sotto la forza della mareggiata, erano stati circa sessanta metri di banchina, oggi,  è cosa nota, il disastro interessa l’intero Viale Regionale Siciliana e, nella parte antistante Villa Bianco, non solo è stata risucchiata la banchina ma perfino la sede stradale. Una drammatica escalation che le foto che vi mostriamo evidenziano in maniera disarmante.
Col senno di poi, si sa, è troppo facile e persino inutile parlare ma, in giornate nelle quali ogni santagatese, sui social network, agli angoli della strada o nei bar non ha mancato di esprimere il proprio disappunto e la propria amarezza per il destino del lungomare, è lecito domandarsi se qualcosa si sarebbe potuto fare per evitare ciò.
Si certo,  il Patto per il Sud, le somme urgenze (pagate con gli stessi soldi del Patto!), le conferenze tecniche etc etc… Tutto vero, ma la sostanza non cambia.
Cosa è stato fatto, in concreto, per due anni e mezzo, per evitare che il lungomare crollasse del tutto come è avvenuto? Cosa è stato fatto, in concreto, per intervenire per tempo con opere a protezione, magari simili a quelle poste (tardivamente) di fronte la Caserma, per impedire che il disastro di Villa Bianco fosse compiuto?
Quali azioni sono state fatte, in concreto, appelli e passerelle a parte? Stando ai risultati ottenuti, la risposta appare evidente!
Sin dal primo crollo in molti e da più parti avevano auspicato prese di posizione forti, e soprattutto interventi urgenti a protezione… ma niente.
Anche noi, dalle piccole ed umili nostre righe , avevamo più volte scritto della necessità di agire prima che accadesse l’irreparabile… ma niente. Ah già, ma quelli erano (e sono) i cattivi, i disfattisti, i profeti di sventura, quelli dei salotti, quelli che “non vogliono bene al paese”… etc etc. Chissà se oggi basteranno quelle somme, i 2 milioni 200 mila euro del famoso “Patto” per rimettere tutto a posto.
E così, oggi che la città è a terra, delusa, arrabbiata, preoccupata per il destino  della propria economia turistica (se ancora esiste) , oggi che i cittadini “abbandonati al loro stesso destino” (giusto per usare le parole messe nero su bianco da alcuni pochi giorni fa), vedono nel disastro del lungomare una metafora tanto agghiacciante quanto veritiera del percorso di Sant’Agata Militello negli ultimi quattro anni, beh, si continuano a fare appelli ed a dissertare su massimi sistemi e teorie dell’erosione. Intanto il lungomare non c’è più!

 

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